Recensioni - Opera

Dopo 25 anni Dio ride ancora

Debutta a Brescia il nuovo spettacolo di Moni Ovadia, ideale prosecuzione di Oylem Goylem

Sono passati 25 anni, “una generazione” dice lo stesso protagonista, da quando Moni Ovadia con Oylem Goylem fece conoscere al pubblico italiano il suo cabaret, un misto di affabulazione, storielle e musiche tradizionali che scavavano nella storia e nella psicologia del “popolo eletto" con ironia e divertimento.

 

E sono sempre l’ironia ed il divertimento alla base di questo nuovo spettacolo dal titolo “Dio ride”, ideale proseguimento del precedente, coprodotto dal Centro Teatrale Bresciano e Corvino Produzioni, che ha debuttato con grande successo di pubblico a Brescia nella rassegna estiva Un salto nel nullo.
Ricalcando lo schema che caratterizza molti suoi lavori, Ovadia riprende la narrazione sul popolo ebraico toccando temi quali l’Esodo, la Cabala, la perenne ricerca della terra promessa, i muri, che possono essere eretti per includere ma anche per escludere, oltre all’immancabile Muro del pianto, protagonista della prima divertente storiella.

 

Insieme ad un’orchestra di sei musicisti, con la poesia e la sottile ironia che lo contraddistinguono Ovadia ci prende ancora una volta per mano e ci accompagna in un altro viaggio attraverso la cultura Yddish, dove incontriamo ebrei furbi e rabbini ancora più furbi.
Il santo Benedetto, come viene più volte chiamato, è come sempre il filo rosso che si dipana per tutta la durata dello spettacolo, un Dio spesso visto dagli occhi degli atei e degli agnostici, che però non smette mai di sorridere e di osservare con severa benevolenza.

 

Davide Cornacchione 06/07/2018