Recensioni - Opera

Due Angeli salvano l’Andrea Chénier

A Cremona il capolavoro di Umberto Giordano

Arriva a Cremona al Teatro Ponchielli Andrea Chénier di Umberto Giordano. Nuova messa in scena di Andrea Cigni con la direzione di Francesco Pasqualetti, che coinvolge ben sette teatri: i quattro di Operalombardia a cui si aggiungono Lucca, Rovigo e Pisa.

Andrea Chénier è indubbiamente un capolavoro: grande affresco storico in cui la storia d’amore classica fra soprano e tenore, con la solita opposizione del baritono, si intreccia brillantemente con gli avvenimenti della rivoluzione francese. Opera difficile da mettere in scena, richiede grandi voci, recitazione credibile, uno stuolo di comprimari fondamentali per la credibilità dell’azione narrata, un coro che sappia cantare ma anche muoversi e agire, non ultimo un corpo di ballo per i pur brevi ballabili del primo atto.

Diciamolo subito, un passo più lungo della gamba per il Circuito Operalombardia. Andrea Cigni prova a fare le nozze con i fichi secchi e, pur avendo diverse buone intuizioni, non riesce a fare il miracolo e ad andare oltre uno spettacolo convenzionale. Non crediamo sia colpa sua, semplicemente nella ricca Lombardia, il faro economico della nostra Italia, non ci sono i mezzi e le maestranze adeguate a mettere in scena Andrea Chénier.

Basta leggere le note di regia e poi assistere allo spettacolo per comprendere il totale scollamento fra i pur giusti desiderata utopici del regista e l’esito reale più che modesto. L’allestimento tenta la via della fedeltà storica dovendosi purtroppo limitare a soluzioni oleografiche e cose già viste. I costumi risultano polverosi e stantii (provengono del resto da più fornitori diversi), le coreografie si riducono a due improbabili ballerini e a tentare di far muovere un coro recalcitrante e disordinato, i movimenti scenici sono d’antan. Cigni azzecca una bella scena finale, finalmente sobria, evocativa e lineare, ma non basta certo a risollevare l’esito scenico complessivo.

Due Angeli tuttavia salvano la serata. Sono Angelo Villari (Andrea Chénier) e Angelo Veccia (Carlo Gérard), che, grazie ad una lunga esperienza di palco, ben interpretano i loro rispettivi personaggi, trascinando più volte all’applauso il guardingo pubblico cremonese. Gran voce di tenore drammatico il primo, affronta le sue arie con grinta e spavalderia, gestendo ottimamente il personaggio. Baritono chiaro e sonoro il secondo, convince appieno, in particolare nel terzo quadro, regalando un “Nemico della patria” molto applaudito.

Maria Teresa Leva (Maddalena) è valente e corretta, ma non convince fino in fondo. Fra i numerosi comprimari bisogna segnalare Marco Miglietta (L’Abate/Un Incredibile), che sfoggia una timbrata e sonora voce tenorile, recita con convinzione e aderenza al personaggio, primeggiando in particolare nella parte della spia. Anche Fernando Cisneros (Fléville/Mathieu) si fa notare per il suo corposo strumento baritonale. Professionali gli altri: Shay Bloch, Alessandra Palomba, Alessandro Abis, Gianluca Lentini, Davide Cucchetti.

Corretta la direzione di Francesco Pasqualetti. Sottotono il coro Operalombardia.

Vivo successo nel finale, con ovazione per i due Angeli.

Raffaello Malesci (Venerdì 29 Novembre 2024)