Recensioni - Opera

EST OVEST: mondi completamente diversi, ma totalmente uguali

La validità degli attori sostiene lo spettacolo di Cristina Comencini al Teatro Nuovo

Est Ovest di Cristina Comencini, presentato al Teatro Nuovo per la rassegna “Il grande teatro” è uno spaccato di vita quotidiana di una squattrinata famiglia di artisti alle prese con i problemi della società dei nostri giorni.
Come spiando dal buco della serratura ci si ritrova nella sala da pranzo di Letizia, anziana signora, la quale vive in una grande casa sola con la badante ucraina Oxana, che si occupa di lei giorno e notte.

Uno dopo l’altro arrivano sulla scena i parenti di Letizia, che si riuniscono per festeggiare il suo ottantesimo compleanno: primo fra tutti Armando, il fratello della donna, innamorato di Oxana, e di seguito i figli, la nuora e i tre nipoti. Tutti i personaggi riconoscono il ruolo fondamentale di Oxana nella casa, tanto da invitarla a sedersi a tavola con loro. L’unica che non apprezza il suo operato è Letizia, che sminuisce ogni suo gesto e parola.
I festeggiamenti sembrano procedere regolarmente quando pian piano vengono a galla i problemi quotidiani e i contrasti tra i vari membri della famiglia, che si ritrovano ancora più in difficoltà di fronte ad una preoccupazione che li accomuna: si tratta della scomparsa di Isabella, nipote preferita di Letizia, la quale non ha più fatto ritorno dopo essere stata in America. Tutti i personaggi si avvicendano per tenere all’oscuro l’anziana signora dell’accaduto e le inviano regolarmente fiori e lettere da parte di Isabella. Letizia viene però a conoscenza della situazione udendo dalla stanza vicina alcuni discorsi dei parenti.
In questa fase si arriva a creare complicità tra lei e la badante ucraina: quest’ultima infatti, per poter migliorare la propria situazione economica, è lontana dalle figlie e dalla madre, che non vede da tantissimo tempo. L’anziana, prima sicura e forte, è ora smarrita e spaventata, e trova forza proprio nella persona che meno aveva tenuto in considerazione, arrivando così a creare un’intesa indissolubile, ma soprattutto capendo che, di fronte alla solitudine e alla lontananza, le persone sono tutte uguali, provengano esse da est o ovest. Questo contrasto viene percepito in tutta la vicenda, sia come fattore culturale, ma anche come fattore sociale: la badante rappresenta l’est, dominato per anni dalla dittatura comunista e che ora cerca di tutto per migliorare la propria situazione economica, mentre Letizia è testimone dell’orgoglio dell’ovest, con un passato ricco ma ora sempre più stanco e svogliato, in completa decadenza.
Di forte impatto è la scenografia, dominata da grandi pareti spoglie, dove sono percepibili i segni lasciati dai quadri che erano appesi e che sono stati venduti, come l’argenteria e le cose di maggior valore della casa. Significativo è il commento di Letizia la quale sostiene che  “…gli oggetti fuggono come avessero paura di morire con me...” ma la realtà viene svelata da Oxana, la quale commenta  “…è stato requisito tutto dai figli... come da noi ai tempi della guerra civile...”.
Di fronte a questo confronto - scontro il pubblico si è sentito come a casa, in uno di quegli eventi in cui l’intera famiglia è costretta a riunirsi e in cui emergono i contrasti pungenti di persone che dovrebbero essere unite, ma che in realtà sono separate da un vuoto inspiegabile. Emerge in particolare la distanza tra le figure più giovani e gli adulti, che li vedono in maniera distorta, come se fossero gli unici colpevoli della mancanza di comunicazione. Saranno proprio i giovani invece a riempire questo vuoto: nascoste dietro i loro silenzi escono prorompenti la loro angoscia e la loro paura nei confronti di un futuro incerto.
Se il primo atto è caratterizzato da veloci dialoghi, situazioni comiche e il pubblico è tenuto sospeso dall’evento della nipote scomparsa, i monologhi del secondo atto bloccano completamente la vicenda, portando gli spettatori ad una serie di riflessioni sulla differenza tra le varie generazioni e sui problemi razziali e facendo terminare lo spettacolo senza la risoluzione dell’intreccio.
E’ comunque da sottolineare la validità degli attori, senza la quale, la seconda parte dello spettacolo sarebbe risultata alquanto piatta: Rossella Falk, la protagonista, per la quale Cristina Comencini ha costruito il testo, Luciano Virgilio, il più applaudito dal pubblico, che interpreta Armando, ma anche Claudio Bigagli e Daniela Piperno, nei ruoli dei figli dell’anziana signora.
Est Ovest di Cristina Comencini è dunque un’acuta analisi della nostra società che, nonostante l’andamento molto lento del secondo atto, è stata apprezzata dal pubblico del Teatro Nuovo.

Stefania Malesci (15/12/2009)