Recensioni - Opera

Enrico IV: La stagione del Teatro Nuovo inaugura con il capolavoro di Pirandello

Il regista mette in scena lo spettacolo in modo lineare e classico affidandosi completamente ai suoi due mattatori, illustra il testo senza mai veramente illuminarlo

La stagione istituzionale di prosa presso il Teatro Nuovo di Verona inaugura con una nuova produzione dell’Enrico IV di Luigi Pirandello coprodotto dal Teatro Stabile di Verona e dal Teatro Stabile del veneto con la regia di Paolo Valerio.  

 

 

Enrico IV è considerato, insieme ai Sei personaggi in cerca d’autore,  il capolavoro di Pirandello ed è testo di non facile messa in scena. Il teatro veronese punta perciò più su due grandi nomi della nostra prosa che sull’originalità della messa in scena. Enrico IV è infatti affidato a Ugo Pagliai mentre la Marchesa Spina a Paola Gassman.

 

Il regista mette in scena lo spettacolo in modo lineare e classico affidandosi completamente ai suoi due mattatori, illustra il testo senza mai veramente illuminarlo racchiudendolo in una struttura che vuole assomigliare ad una sala con rimandi simbolici ad altro: la sabbia, il cavallo, il teatro. Il tutto assume però un’aria vagamente estetizzante senza reali rimandi al testo e senza vere illuminazioni per gli spettatori. Sia le scene affidate a Graziano Gregori che i costumi di Carla Teti risultano alla fine meramente funzionali.

Ottima l’interpretazione di Ugo Pagliai, l’attore dall’alto della sua esperienza riesce sempre a catalizzare l’attenzione, recita con convinzione, coinvolgimento e varietà di accenti. Più misurata e troppo enfatica la Marchesa Matilde della Gassman che però patisce una compagine non proprio ben assortita, gli altri attori risultano infatti stilisticamente molto diseguali e non fanno mai decollare le scene in cui non è presente Ugo Pagliai. Alessandro Vantini disegna infatti un Barone Belcredi fin troppo arrogante ed aggressivo, Roberto Petruzzelli un dottore quasi al limite della macchietta, mentre le guardie di Enrico interpretate da Andrea de Manincor, Francesco Godina e Francesco Mei risultano poco amalgamate fra loro e sempre sopra le righe scadendo spesso in una recitazione enfatica. Insufficienti sia la Frida di Beatrice Zardini che il marchesino di Giuseppe Lanino.

Alla fine buon successo per tutti e ovazioni per Paola Gassman, ma soprattutto per Ugo Pagliai.

R. Malesci (14/11/08)