Recensioni - Opera

FESTA DEL CIRCO: Allegri bisturi e mani da incubo

Ieri sera assieme ad una temperatura quasi autunnale, nel parco dei Circhi di Mompiano è sorto dal nulla un ospedale da campo. Ten...

Ieri sera assieme ad una temperatura quasi autunnale, nel parco dei Circhi di Mompiano è sorto dal nulla un ospedale da campo. Tenda con croce rossa e autoambulanza con sirena accesa. Prima di farci strada nella tenda, un buffo dottore, occhialuto, basso, accanito fumatore di sigari e il suo assistente, ci hanno sterilizzato per bene, facendoci capire che all'interno qualcosa di serio e importante stava per avvenire. Una volta entrati è bastata un'occhiata veloce per renderci conto che davanti a noi era stata allestita tra barattoli di pelati, bottiglie di birra vuote, cassette di legno e mille altre cianfrusaglie, una sala operatoria. Un lenzuolo azzurro copriva interamente il ventre abnorme del paziente già da tempo sotto anestesia. L'intervento ha inizio. Un paio di buchi con un trapano, un cavaturaccioli, e un grosso foro è stato aperto nel ventre del paziente misterioso. Grazie ad una sonda endoscopica possiamo introdurci e ammirare su un monitor le sorprese che contiene quella grossa pancia. C'è di tutto lì dentro: vizi, golosità, lussuria e pure un passaggio a livello con mucche e tram. Una casetta con una piccola porta che viene fatta detonare per arraffare tutti i soldi che contiene. Ma basta toccare i luccicanti dobloni che il paziente si sveglia urlante. Panico, incredulità, divertimento. Il paziente misterioso altri non è che Il Lupo Cattivo. Occhioni grossi e rotondi, orecchie grandi, bocca grande con denti aguzzi e lingua lunga penzolante. Sì, non c'è ombra di dubbio quello è il più popolare degli "antieroi" fiabeschi per eccellenza, che con una martellata in testa viene rimesso al suo posto. L'intervento può riprendere, ma ora dalla pancia aperta le cose iniziano ad uscire di loro spontanea volontà. Una Biancaneve in stato interessante che passa annoiata l'aspirapolvere sul ventre nero e peloso. Una seconda casetta, con una secondo lupo che mangia tutti quelli che vi entrano, pecore, paperelle di gomma, monumenti artistici. Ma ecco finalmente un cestino, e poi Cappuccetto Rosso e la Nonna. Salvi. Liberati non dal coraggioso e affidabile cacciatore, ma da uno sprovveduto e scellerato dottore ormai cieco e in pensione da tempo. Applausi senza fine per "Bisturi" uno spettacolo esilarante, sopra le righe, visionario e burlesco, ideato dalla compagnia "Tof Théâtre" (Belgio), dove tutto è affidato all'espressività gestuale delle marionette e ai suoni onomatopeici. Spettacolo che replicherà 4 volte stasera alle 19,30 - 20,15 - 21,40 - 22,45.

"La Mano" invece, della compagnia francese "Tro-Héol" ha tutt'altra atmosfera. Sempre grazie alle marionette la storia messa in scena è quella di Roberto che grazie ad un importante e delicato intervento chirurgico ottiene una nuova mano che sostituirà la sua persa in un incidente. Purtroppo questa nuova mano è molto più grande e più brutta della precedente e sembra proprio non volersi far "addomesticare" dal suo nuovo proprietario. Inizia così una dura lotta. Una convivenza involontaria che diventa sempre più insopportabile. Due entità autonome dotate ognuna di una propria personalità, e impegnate ciascuna a prendere il controllo dell'altra. Lo spettacolo è denso di un humour nero e da incubo che ha tratti ricorda i paradossi e l'ineluttabilità di Kafka, in letteratura, o il macabro e inquietante cinema di Cronenberg. Grazie a sapienti giochi di luci gli spettatori entrano negli incubi di Roberto dove la lotta è più accesa ed evidente e dalla quale non uscirà alcun vincitore. Il testo, di "Javier Garcìa Teba" è semplice, ma profondo e capace di porre molteplici interrogativi. Può capitare a chiunque di scoprirsi a convivere con una parte di sé nuova o forse semplicemente sconosciuta o non voluta che però a un certo punto pretende di essere ascoltata e non può essere più ignorata. La lotta personale e profonda che nascerà, è inasprita anche da fattori esterni, dalla percezione che gli altri hanno di noi e quella che noi vogliamo dare.
La questione potrebbe anche essere posta sul piano puramente medico o chirurgico. Quanto la nostra scienza e le nostre conoscenze ci modificheranno, quanto ci stanno aiutando o distruggendo. Labbra e tette di silicone, facce di plastica e corpi gonfiati ormonalmente è possibile un giorno svegliarsi e non riconoscersi più. Oppure abdicare e adattare tutta la nostra personalità alla nostra faccia nuova fresca di bisturi che ci impone un zigomo alto e deciso, sopracciglia sottili e inespressive come le labbra gonfie e invadenti.
Un semplice burattino, un involucro senza vita propria ci spinge ad interrogarci.
Francesco Venturini 28/06/2007