Recensioni - Opera

Fiabesca Cenerentola al Filarmonico

Gradevole nuovo allestimento firmato da Paolo Panizza con i solisti dell'Accademia della Scala

La squadratura della scenografia, pur semplice e funzionale, è arricchita e ammorbidita dai colori pastello rosa e azzurro che rendono la grigia vita di Angelina (Cenerentola) meno brutta e triste rinchiudendola in una gabbia colorata. In aiuto ai colori scenografici vi sono i costumi di Lino Villa, moderni e brillanti. Sul podio Sebastiano Rolli che guida l’orchestra dell’Arena di Verona insieme al coro e al corpo di ballo della stessa diretti da Vito Lombardi e Renato Zanella. Nonostante una guida spigliata del direttore, spesso, sia il coro che l’orchestra, rendendo appesantita la partitura in momenti cruciali d’insieme con il risultato di difficoltà ritmiche e poca chiarezza musicale. Sicuramente passaggi brevi e minimi ma in punti chiave della partitura. Il corpo di ballo rende movimentate e simpatiche diverse scene statiche con siparietti e trovate coreografiche interessanti. Da sottolineare la trovata di triplicare il personaggio di Angelina con ballerine identiche a lei che mostrano, al posto della protagonista, le fatiche a cui è sottoposta in casa.
Nel ruolo di Don Ramiro c’era Pietro Adaini. Giovane tenore siciliano che con la voce pastosa e il fraseggio ottimo si cala perfettamente nella parte del principe. Buoni gli acuti, meno corposi i centri e i bassi che comunque riescono ad addolcire un ruolo che spesso risulta spigoloso. Dubbiosa la recitazione e la spigliatezza di palcoscenico che comunque caratterizzava molti dei protagonisti della rappresentazione, probabilmente dovuta alla giovane età del cast.
Angelina (Cenerentola) era Aya Wakizono. Deliziosa vocalità con buona duttilità ed agilità. solista dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano, insieme agli interpreti di Don Magnifico, Dandini e le sorellastre che ha saputo dare freschezza e giovinezza al personaggio anche se più che la povera e maltrattata Cenerentola in alcuni momenti pareva la combattiva ragazza d’oggi che vuole imprimere una svolta alla sua vita pur sempre rimanendo nella fabiesca rappresentazione.
Le sorellastre Tisbe e Clorinda erano interpretate rispettivamente da Chiara Tirotta e Cecilia Lee. Divertenti, spigliate e con vocalità deliziose, pulite, brillanti e convincenti. Frizzanti sul palcoscenico hanno reso una interpretazione convincente e di buon sostegno.
Il giovane baritono Sedlevicius Modestas era Dandini. Un buon Dandini, vocalmente pastoso e caldo, sicuro nei tecnicismi del ruolo e con buoni centri e bassi. Meno incisiva la partecipazione scenica  che in alcuni momenti risultava aleatoria e poco d’insieme ma probabilmente per l’eccessivo tecnicismo della partitura e per la giovane età del baritono.
Don Magnifico era Romeo Giovanni che da bravo mattatore riesce a centrare ruolo e vocalità. Calda musicalità e tecnica precisa rendono l’artista un buon Don Magnifico. Sicuramente la vocalità di spicco della rappresentazione.
A completare il cast Simon Lim in Alidoro. Poderosa vocalità e con ottimo timbro riscalda il teatro meritandosi gli applausi prolungati.
Una Cenerentola fiabesca che è piaciuta al pubblico del Filarmonico.

Claudio Giacoboni 07/02/20016


Ultima rappresentazione della Cenerentola di Rossini. Continuazione del ciclo rossiniano Veronese (dopo Barbiere di Siviglia  in Arena e ancora l’Italiana in Algeri) che ha portato a riempire il Teatro Filarmonico fino all’ultima rappresentazione. Opera dall’attuale sapore fiabesco che riesce sempre ad incantare tutto il pubblico. Tale gusto magico è stato dato con piacevole favore sia dal regista Paolo Panizza che dallo scenografo Franco Armieri che dal costumista Valerio Maggioni.