Il nuovo testo dialettale di Achille Platto in scena al Teatro Santa Chiara
La nuova produzione di Sacra Familia a cura del CTB risulta essere un interessante esperimento linguistico utilizzato da Achille Platto. Di per sé, l’idea di vedere con gli occhi di Giuseppe, la vita della famiglia di Gesù Cristo non è nuova, un esempio per tutti: Per amore solo per amore di Pasquale Festa Campanile (premio campiello 1984). Ma il dargli questo taglio linguistico e attribuire a Giuseppe questo carattere giocherellone è una soluzione decisamente nuova rispetto a quanto si è visto finora.
Novità anche per lo stesso Platto, che nei suoi testi precedenti ha utilizzato il dialetto bresciano “puro”, mentre in quest’ultimo lavoro ha creato un amalgama in cui convivono con buona scioltezza espressioni bresciane, veronesi e italiane ed Inserendo anche nel colloquio con l’angelo un italiano più desueto che evidenzia maggiormente la struttura in versi del testo.
Godibile la figura dell’angelo (Paolo Bessegato, anche regista), la cui connotazione è quasi da psicoterapeuta, che Giuseppe (Sergio Marcherpa) incontra nei suoi sogni, così come molto piacevoli sono gli scambi affettuosi con Maria (Esther Elisha).
Giuseppe è un giocherellone, come descrivevo pocanzi, che riscopre la gioia quando torna Maria, ed è anche un po’ infantile nel suo lamentare la mancanza di carezze ed in bilico tra la fiducia nella sua sposa e il dover però giustificarne l’assenza , (anche alla madre che non si vede, ma la cui presenza incombe sulla Familia), nel tentativo di mettere a tacere le voci delle malelingue.
Lo spettacolo rallenta e perde ritmo nella seconda parte, quando Giuseppe e Maria, nel tentativo di portare del cibo al figlio, si trovano nel deserto e in un momento di solitudine Giuseppe incontra il diavolo.
Peccato, perché fino a quel momento la magia del “cosa succederà adesso” è rimasta intatta e lo spettacolo era molto piacevole e a tratti anche molto divertente.
Il pubblico non ha comunque lesinato gli applausi ad uno spettacolo che porta a riflettere sulla vita e con quella nota di ironia necessaria a superare le difficoltà.
Valeria Bisoni 10 dicembre 2011