Recensioni - Opera

Grande successo di pubblico per La Rondine alla Scala

Di grande finezza la direzione di Riccardo Chailly

Durante l’anno di celebrazioni pucciniane “La rondine” ha fatto tappa anche alla Scala. Edizione interessante, è stata eseguita la prima stesura dell’opera del grande compositore, che vi mise le mani più volte tagliando e aggiungendo fino ad arrivare a tre, qualcuno dice quattro versioni.

La messa scena di Irina Brook percorre canoni già visti: il teatro nel teatro come se si stessero facendo le prove dello spettacolo che poi dovrà andare in scena. I protagonisti si cambiano d’abito a sipario aperto, entrano vestiti normalmente e fanno un preriscaldamento. C’è un mimo che ripete i gesti di Magda, chi suggerisce movimenti scenici. La cosa ci sta, non disturba più di tanto anche perché questo taglio registico scompare nel proseguo dell’opera: infatti esiste solo nel primo atto, poi se ne perdono le tracce. Scene e costumi sono di Patrick Kinmonth

Le scene sono molto funzionali allo svolgimento dell’azione e i costumi sono curati, di ottima fattura, ma soprattutto nel secondo atto, troppo colorati. D’effetto i costumi delle rose, che circondano Magda e Ruggero nel secondo atto quando si scambiano le prime promesse d’amore. L’atto più riuscito registicamente e scenicamente è il terzo dove una passerella si perde nel mare. Una porta luminosa segna la via di fuga di Magda dal nido d’amore e il suo ritorno alla vecchia vita.

Belle le luci di Marco Filibeck e molto semplici le coreografie di Paul Pui Wo Lee. In questa edizione allievi dell’Accademia di perfezionamento della Scala e prime parti del coro sono stati utilizzati come comprimari. Scelta molto saggia, attingere a giovani che stanno facendosi le ossa ed iniziano ad assaporare l’odore e la magia del palcoscenico.

Mariangela Sicilia, nel ruolo della protagonista sfoggia dei pianissimi ben tenuti, marcati e una grande padronanza tecnica oltre ad un appropriato scavo del personaggio. La sua voce è brillante, bella e calda, adatta a Magda. Applauditissima in tutti i suoi interventi e alla fine dello spettacolo accolta da una vera ovazione.

Matteo Lippi come Ruggero fa leva sullo smalto della sua voce tenorile per caratterizzare le ansie, le gioie e il dolore del personaggio interpretato. Rosalia Cid come Lisette e Giovanni Sala come Prunier, gli altri due innamorati, sono un tantino leggeri ma molto adatti al ruolo, che hanno caratterizzato brillantemente. Efficace Pietro Spagnoli nel ruolo di Rambaldo, così come tutti gli altri interpreti. Straordinario come sempre il coro, istruito da Alberto Malazzi: compatto e vibrante.

Il Maestro Riccardo Chailly è sempre molto bravo a far emergere i colori pucciniani. Anche in questa produzione ha dato prova di grande maestria cesellando la musica come un delicato acquerello.

L’orchestra è uno dei punti di forza della Scala e ha risposto al meglio: c’è da dire che in qualche occasione il suono era molto alto e ha coperto i cantanti.

A fine serata un grande successo per tutti.