Recensioni - Opera

I COSACCHI DEL KUBAN al Teatro Romano

In scena una quarantina di artisti con un guardaroba davvero caratteristico

Dal 14 al 16 agosto al Teatro Romano di Verona, i Cosacchi del Kuban hanno proposto tre serate di danze acrobatiche e di folklore russo. Lo spettacolo  ha ripercorso la storia centenaria e le tradizioni di ballo di comunità anticamente dedite alla pesca e alla caccia, poi all’agricoltura stanziale, ma soprattutto organizzate in corpi militari a difesa dei confini più remoti dell’impero zarista spesso minacciati da tartari e turchi.
In scena quarantina di artisti organizzati principalmente in due gruppi (tredici coppie più altre sette) si alternavano in vorticosi balli: danze di guerra solo maschili, danze di corteggiamento dove gli uomini cercano di conquistare le donne con impensabili acrobazie, danze cerimoniali, danze che ritraggono lavori tipici come quello dei fabbri intenti a forgiare spade e lance, danze propiziatorie, giocose o poetiche, danze di donne in attesa dell’uomo che torna dalla guerra.
 

Al contrario di altre culture dell'ex Unione Sovietica, le donne cosacche non sono solo interpreti di danze eleganti, leggere e delicate, ma competono con gli uomini in danze forti e atletiche in sintonia con il carattere fiero e indomito di questo popolo.
Ma chi sono esattamente questi Cosacchi? Nella sconfinata geografia della Russia, il Kuban è una regione meridionale che prende il nome dal fiume che nasce dai contrafforti settentrionali del monte Elbrus, la cima più alta del Caucaso. È una zona dove questo popolo vanta un’antica tradizione: furono proprio loro a fondare, nel 1793, la città di Krasnodar in onore di Caterina II che aveva sconfitto i turchi e aveva annesso il Kuban alla Russia. Poi, nel 1860 i cosacchi del Mar Nero, quelli dell’Azov e quelli del Caucaso confluirono tutti nei cosacchi del Kuban.
Le musiche presentare sono state davvero molto variegate proprio in virtù della eterogeneità del gruppo: la frenetica lesghinka è tipica del Caucaso, la kalinka  e la barinia russe, mentre il crescente ritmo del gopak è ucraino. Similarmente anche nei costumi e negli accessori si potevano riconoscere chiaramente influenze turche, ucraine, russe e molte altre ancora.
In generale le danze femminili sono state più apprezzabili di quelle maschili, sia per il più alto livello tecnico, sia per la varietà di passi e per la ricchezza dei costumi. Davvero raffinate le due danze coi cuscini e molto divertente la danza “La morosa” tutta giocata attorno ad un catino che gira col quale i cosacchi si divertono a fare salti, giochi di gambe e braccia.

Sonia Baccinelli 16 agosto 2008