Recensioni - Opera

Il Barbiere di Siviglia. Bari, venerdì 20 settembre 2019

A Bari la produzione del Rossini Opera festival. Regia e scene di Pierluigi Pizzi. 

Il capolavoro rossiniano attrae gli spettatori per innumerevoli ragioni: per chi apprezza ancora la rinascita del Politeama barese, compresi gli sforzi per le nuove produzioni. Quella portata sulla scena dal 14 al 22 settembre arriva dal Rossini Opera Festival e porta la firma del maestro Pizzi, apprezzato di recente al Festival della Valle d'Itria. La regia, le scenografie ed i costumi di Pier Luigi Pizzi sono di per se stesso un motivo più che sufficiente per assistere allo spettacolo: dallo specchio che nel secondo atto inquadra l'aria dell'Inutil precauzione, all'uso intensivo e spregiudicato dello spazio che circonda la buca orchestrale come se fosse un secondo palcoscenico, ai personaggi maschili a torso nudo, tutto ha costituito una lettura personale - e rivoluzionaria - nella tradizione del capolavoro rossiniano. La chiave di lettura data da Andrea Estero nella Conversazione sull'opera che ha preceduto di alcuni giorni la prima ha privilegiato l'analisi che Rossini fa dei rapporti sociali ed economici in una fase di ritorno al vecchio regime. Anche senza una diretta menzione nella relazione introduttiva, Pizzi non fa aprire il sipario con il Conte di Almaviva per strada con i musicisti pronti a fare la serenata sotto le finestre di Rosina: colloca un personaggio di tale rango nel balcone della casa di fronte, che si contaminerà con la gente comune solo al momento di pagare il dovuto. I contrasti cromatici ricondotti al bianco ed al nero dei personaggi maschili (don Bartolo nonostante i risvolti viola, don Basilio ed in parte il Conte e Figaro) fanno spiccare ancora di più i colori diversi degli abiti di Rosina, che lascia la scena (e raccoglie gli applausi) indossando un embrionale abito da sposa.

Un'altra ragione per accorrere al Petruzzelli è l'ascolto dei cantanti e dell'orchestra, anche questa volta impeccabile e diretta con sicura naturalezza da Renato Palumbo. E qui arrivano le sorprese anche dai ruoli minori (l'ottima Tiziana Carraro nel ruolo di Berta) e nei comprimari: applauditissimo, e meritatamente, Mariano Buccino nel ruolo di don Basilio, così come Aya Wakizono, che porta sulla scena il puntiglio di Rosina, bravo, nonostante la giovane età, Paolo Bordogna come do Bartolo. Il loggione ha tributato applausi scroscianti anche a Mert Süngü Almaviva, nonostante la fragilità dell'aria d'esordio ed alla presenza scenica di Giorgio Caoduro, anche se dalla vocalità non del tutto convincente. Ma non esistono più i loggioni di una volta...