Recensioni - Opera

Il Lago dei cigni chiude la stagione d’opera e balletto al Teatro Grande

L’allestimento realizzato dalla compagnia russa “La classique”

Il sipario si apre con la festa di compleanno del principe Siegfried. La regina madre sollecita il ragazzo a prendere moglie, ma lui è ancora intento a divertirsi con gli amici. Durante una battuta di caccia, il giovane principe si imbatte in uno stormo di cigni; in realtà i cigni sono bellissime fanciulle stregate dal malvagio Rothbart, che possono assumere forma umana solo durante la notte. Siegfried si innamora subito di Odette, giurandole eterno amore. Il giorno seguente la regina dà un’altra festa per permettere al figlio di scegliere tra sei principesse; Siegfried però ha nel cuore Odette e non vuole tradirla. Il perfido Rothbart si presenta a sua volta a corte con la figlia Odile, identica ad Odette, così Siegfried, cadendo nell’inganno, la presenta alla madre come sua futura sposa condannando Odette a restare nell’ombra per sempre. Siegfried, resosi conto dell’inganno, scorge la vera Odette attraverso un’arcata del castello, e disperato si precipita nella notte alla ricerca della fanciulla. Odette, morente, piange il destino crudele che la attende. Una tempesta si abbatte sul lago, ma alla fine il bene trionfa e le anime dei due si riuniscono in un'apoteosi celeste.
Il ruolo di Odette/Odile è uno dei più difficili, lunghi ed impegnativi del repertorio classico ed esige un’interprete di prim’ordine. Nadeia Ivanova ha saputo dare un’ottima prova: lirica e raffinata nel secondo atto, tagliente e virtuosa nel terzo, addolorata e dolce nel quarto. Magnifici tutti i grand ronds de jambe degli atti bianchi fatti inclinando semplicemente il bacino e lasciando la gamba a puntare il soffitto; pulita nei 32 fouettés del cigno nero che ormai anche il pubblico meno esperto si aspetta. Poco comprensibile la pausa musicale nella coda di questo passo a due, dato che non pareva dettato né da esigenze di palcoscenico, né dal supporto musicale, visto che c’era l’orchestra a suonare per i danzatori. Dmitri Smirnov, nei panni di Siegfried, è stato un buon partner e la sua figura alta e snella era perfettamente adatta alla parte.
Tra le ballerine del corpo di ballo si sono distinte le interpreti dei Quattro cignetti: A. Sverchkova, E. Bespalova, E. Karpova e A. Usmanova. La loro brevissima variazione è stata un piccolo gioiello di precisione: teste e gambe andavano all’unisono su ogni semicroma.
Tutti i ballerini sono stati tutti davvero tecnicissimi, come sempre i russi sanno fare. Roman Shuparsky, nel ruolo del buffone, ha dimostrato un’ottima tecnica nei giri ed una buona elevazione nelle batterie. Bravi anche gli interpreti della danza spagnola. Belle le coreografie di Alexander Vorotnikov in particolare quelle del walzer del primo atto e della czarda.

Sonia Baccinelli 16 gennaio 2011


La stagione di opera e balletto del Teatro Grande di Brescia ha chiuso con il classicissimo Lago dei Cigni presentato dagli artisti de “La Classique” di Mosca. Sebbene il balletto sia stato presentato con numerosi tagli non per questo è stato meno bello ed organico. Forse il terzo atto è stato quello che ha sofferto di più per i tagli: delle cinque danze di carattere, per esempio, è stata tolta quella russa, cosa che raramente avviene quando il lago viene rappresentato da una compagnia moscovita, dato anche che prevede una sola interprete (tra l’altro presentata tra i partecipanti alla festa). La scenografia ed i costumi erano davvero molto sfarzosi, senza essere eccessivi, e molto curati in tutti i dettagli.