Recensioni - Opera

Il Teatro Comico: scelta didascalica per lo stabile di Bolzano

I personaggi non sono conditi della giusta verve comica che dovrebbe fare da contraltare alle tirate teoriche del capocomico

Continua la stagione di prosa al Teatro Sociale di Brescia con il Teatro Stabile di Bolzano che, in coproduzione con la biennale di Venezia, propone una commedia poco rappresentata di Carlo Goldoni “Il Teatro Comico” messo in scena con la regia di Marco Bernardi e l’interpretazione principale di Patrizia Milani e Carlo Simoni.

Questa commedia fu la prima delle sedici commedie promesse in un solo anno, il 1750, all’impresario Girolamo Madebach e miracolosamente e orgogliosamente portate a termine da Goldoni. Fra queste commedie si annoverano indubbiamente dei capolavori come Il Bugiardo oppure la Bottega del caffè, ma anche questa particolare commedia che è quasi un assunto metodologico sul nuovo teatro come lo intendeva Goldoni, sulla prassi teatrale dell’epoca e sulla famosa riforma teatrale che il drammaturgo andava progettando e attuando con testardaggine.

Goldoni da grande uomo di teatro pone i suoi assunti teorici calandoli nell’atmosfera delle prove di una sgangherata compagnia teatrale alternando le spiegazioni teoriche del capocomico, quasi un alter ego di Goldoni, alle bizze delle prime attrici e ai capricci degli attori di esperienza che recalcitrano ad adattarsi alla nuova regola. La messa in scena dello stabile di Bolzano punta invece essenzialmente a sottolineare la valenza riformista dei messaggi del capocomico senza lasciare nessuno spazio alle valenze comiche che pur si alternano nel lavoro. Ne risulta un lavoro quasi didascalico che lascia sovente spazio alla noia proprio perché i personaggi non sono conditi della giusta verve comica che dovrebbe fare da contraltare alle tirate teoriche del capocomico.

Nell’interpretazione di Carlo Simoni non passa mai la “parsimonia” del capocomico, infatti tutte le battute possibilmente comiche vengono date in modo neutro e senza importanza. Ne risulta un padre nobile che alla lunga però stanca. Per quanto riguarda Patrizia Milani la sua prima attrice non ha certo il carattere di bizzosità che ci si aspetterebbe e così tutti gli altri. In questo contesto la riforma goldoniana sarebbe risultata molto agevole, sembra infatti più di assistere al simposio di Platone, una discussione fra anime belle, che alla satira pungente sul malcostume delle compagnie teatrali dell’epoca. Lo spettacolo in sostanza passa con un ritmo uniforme e nulla più e la regia non pare aver avuto idee particolari se non una corretta e classica messa in scena. Anche i costumi di Roberto Banci e le scene di Gisbert Jaekel erano improntati alla più stretta classicità.

Il pubblico ha applaudito con cortesia.
 
Raffaello Malesci (26/02/2009)