Recensioni - Opera

Il fallito seduttore

Alessandro Haber in una magnetica interpretazione di Platonov di Cechov al Teatro Sociale

Testo giovanile, non finito, rappresentato per la prima volta dopo la morte dell’autore, Platonov, di cui abbiamo assistito un magistrale allestimento al Teatro Sociale all’interno della stagione del CTB, già contiene molte delle tematiche che verranno sviluppate da Cechov nel corso delle sue opere della maturità. Il protagonista infatti appartiene a quella categoria di “idealisti falliti” nei confronti dei quali egli manifesterà sempre profonda compassione e simpateticità.

Platonov, che in gioventù  rappresentava l’uomo delle grandi speranze, è stato progressivamente risucchiato da una società di falliti, in cui tutti hanno dovuto combattere contro le piccole miserie quotidiane quali un matrimonio infelice o l’impossibilità di onorare i propri debiti o l’incapacità di amare e di farsi amare. Tuttavia, nonostante l’inettitudine che non smette mai di ostentare con rabbia, Platonov costituisce l’oggetto del desiderio di tutte le donne del villaggio, che lui peraltro asseconda, ma non spinto da passione o pulsione erotica, ma semplicemente per indifferenza e noia; la stessa noia con cui lui alla fine cerca di liberarsi di ciascuna di loro. La caduta verso il basso, iniziata con l’alcolismo e proseguita con l’abbandono da parte della moglie e del figlio terminerà con la morte, per mano di una delle vittime della sua seduzione.
Il testo, ipertrofico e discontinuo, è stato abilmente ridotto da Nanni Garella che ne ha curato anche la regia per conto del Teatro Stabile di Bologna. L’ambientazione, disegnata da Antonio Fiorentino, è quella di una grigia Russia, della seconda metà del ‘900, ante-Perestroika, i cui ambienti (un bar ed una scuola elementare) vengono abilmente delineati da dei teli trasparenti, spruzzati di grigio ed illuminati da una luce fredda e cupa realizzata dall’eccellente Gigi Saccomandi.
Vero punto di forza dello spettacolo è però l’ottimo cast di attori, sui quali giganteggia la maiuscola prova di Alessandro Haber. Il suo Platonov è un fastidioso cialtrone, quasi irritante nel suo perenne e disilluso antagonismo col mondo, pur racchiudendo una disperazione che esploderà nella lunga confessione del quarto atto, con la quale in parte riscatta il suo agire prima del sacrificio finale.
Al suo fianco Garella, anche interprete del ruolo di Nikolai Trileckij, è riuscito a creare un ensemble dall’eccellente livello di affiatamento, dalla volitiva Anna Petrovna di Susanna Marcomeni, all’illusa Sonja di  Giulia Mendola, alla Marja di Linda Gennari, che passa dal ruolo di nemica a quello di ultima amante del protagonista.
Nel versante maschile si segnalano il Sergej di Rosario Lisma, il Porfirij Semionovic di Claudio Saponi, l’Ivan Trileckij di Franco Sangermano, il brutale Osip di Matteo Alì ed il viscido Petrin di Marco Cavicchioli, una sorta di anticipazione molto meno umanizzata del futuro Lopachin.
Al termine applausi calorosi da parte del numeroso pubblico ed ovazioni per Haber.

Davide Cornacchione 14 gennaio 2010