Bellissimo ed originalissimo allestimento del capolavoro goldoniano coprodotto dal CTB con la regia e l’interpretazione di Elena Bucci
Che la Locandiera prodotta da "Le belle bandiere" insieme al CTB per la regia di Elena Bucci, avesse poco a che spartire con la tradizione del Goldoni tutto pizzi, merletti e ammiccamenti si è capito fin dall'apertura del sipario del Teatro Sociale. Sul fondale di una scenografia assolutamente essenziale in un'atmosfera che ricordava un certo cinema espressionista si agitavano delle silhouette in domino e tricorno su un intrigante arrangiamento della "Passione secondo Giovanni" di Johann Sebastian Bach.
Difficile pensare ad un incipit meno prevedibile; ed infatti da questo allestimento la Locandiera risulta quasi una commedia nera, in cui la figura di Mirandolina si rivela fin dall'inizio donna pragmatica, decisa, che ha ben chiaro cosa vuole e non si fa scrupolo alcuno per arrivare allo scopo. Per questo la Bucci, pur mantenendo il testo pressoché integrale, decide di asciugarlo da tutte le frivolezze che una certa interpretazione goldoniana ci ha tramandato, imponendogli un ritmo serrato, in modo tale che il pubblico colga fin da subito la grande forza eversiva di questa figura femminile già così emancipata, che usa le sue doti femminili solo per sfidare le resistenze del Cavaliere di Ripafratta.
Dal punto di vista recitativo la Bucci, protagonista oltre che regista, punta su una recitazione asciutta ed essenziale, giocata sulle sfumature, anziché sull'andare a cercare il pubblico. Il doppio registro del pragmatismo e della seduzione è sempre gestito in maniera estremamente equilibrata, anche se a volte la grande speditezza tende un po' a livellarne la resa complessiva. Al suo fianco Marco Sgrosso, coautore del progetto, è un Cavaliere di Ripafratta molto efficace sia nel manifestare il suo distacco dal sesso femminile, sia nel cambiare registro alla fine, una volta caduto nella tela di Mirandolina.
Decisamente più legati agli stilemi della commedia dell'arte, ma senza mai cadere nella macchietta stucchevole, gli altri personaggi, ovvero il Conte di Maurizio Cardillo e il Marchese di Gaetano Colella, protagonisti anche di un simpatico siparietto in veste di burattini. Altrettanto efficaci la Dejanira di Daniela Alfonso, l'Ortensia di Nicoletta Fabbri e il Fabrizio di Roberto Marinelli.
Come è ormai abitudine negli spettacoli della Bucci particolare attenzione è dedicata alla scelta delle musiche, sempre ricercate e di grande effetto. In questo caso la scelta dei brani, prevalentemente classici, relegava l'ovvio Vivaldi ad un paio di incursioni legate alle variazioni sul tema della "Follia", per passare quindi a Donizetti, Verdi, Puccini, Saint Saëns, sino ad un tanto insospettabile quanto efficace preludio della Walkiria di Wagner.
Nonostante il teatro fosse gremito da scolaresche non proprio disciplinatissime, l'intero cast è riuscito a catalizzare l'attenzione del pubblico conquistandosi applausi meritatissimi.
Davide Cornacchione 3/2/2010