Recensioni - Opera

In Arena la sontuosa scenografia di Zeffirelli inquadra una Traviata convincente

Si conferma, sotto la direzione di Cecilia Gasdia, l’alternanza di ottimi cast per il 99° festival areniano

Ritorna in Arena l’ultimo spettacolo firmato praticamente postumo da Franco Zeffirelli per regia e scenografia, con i costumi di Maurizio Millenotti.

La produzione, fra le più imponenti in Arena, non ha sicuramente perduto il suo impatto spettacolare incantando il numeroso pubblico con la casa a due piani di Violetta nel primo atto, il maestoso giardino d’inverno del secondo e la grande sala da gioco nel secondo quadro del secondo atto.

Il tutto risulta piacevole, spettacolare e coerente oltre che di rassicurante classicità. Il funerale di Violetta con tanto di carrozza e cavallo durante il preludio, la sovrabbondanza di comparse in fastosi costumi e il ballo di zingarelle e toreri, concluso da un’esplosione di coriandoli colorati, appaga la voglia di grande spettacolo del pubblico estivo che affolla l’Arena.

Accanto a ciò abbiamo però anche constatato che, con gli interpreti adeguati, in Arena funzionano anche le scene più intime, come il lungo duetto fra Violetta e Germont padre nel secondo atto.

Certo con la ripresa, il lavoro di regia sui cantanti, già labile in occasione del debutto, si è ulteriormente ridotto, per cui ogni interprete viene lasciato all’estro della propria esperienza interpretativa, con risultati spesso eterogenei.

Perciò troviamo da una parte Ludovic Tézier che cesella un Giorgio Germont semplicemente magistrale per accento, sfumature e interpretazione calibrata e misurata. Dall’altra l’Alfredo di Vittorio Grigolo che, forte di una voce importante e ben proiettata, indulge in eccessi veristi con atteggiamenti da guappo di palcoscenico scontati e ripetitivi. Peccato perché la voce è assolutamente di prim’ordine, meno l’interprete.

Nina Minasyan è una Violetta convincente, calibrata e attenta. Dotata di voce adatta all’Arena, il soprano armeno supera molto bene le agilità del primo atto, per concludere poi in crescendo con un intenso e partecipe terzo atto.

Corretti e professionali tutti gli altri: Yao Bohui, Matteo Mezzaro, Roberto Accurso, Dario Giorgelè, Francesco Leone, Max René Cosotti, Stefano Rinaldi Miliani. I primi ballerini erano Elena Andreoudi e Matias Santos.

La direzione di Marco Armiliato non convince appieno, mancando di nerbo e staccando tempi troppo distesi.

Anfiteatro assai affollato e vivissimo successo per tutti.

Raffaello Malesci (30 Luglio 2022)