Poliedrica messa in scena di Barbara Horàkovà al Tiroler Landestheater del capolavoro mozartiano
La stagione operistica del Teatro regionale tirolese si conclude con una moderna e poliedrica messa in scena de Le Nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart. La regia è affidata a Barbara Horàkovà, coadiuvata dai costumi di Nicole von Graevenitz e dalla scenografia e dai video di Falko Herold.
Il team creativo mette molta carne al fuoco e bisogna riconoscere che le idee non mancano, così come la voglia di rileggere il capolavoro mozartiano con un taglio contemporaneo, senza però eccedere nella provocazione fine a sé stessa. Più che sul matrimonio di Figaro, la regista si concentra sul matrimonio fallito fra Il Conte e la Contessa Rosina. La coppia, protagonista della prima parte della trilogia di Beaumarchais, si ritrova invecchiata, senza figli e ormai distante. La Contessa rimpiange il sogno di felicità divorando senza fine la sua gigantesca torta nuziale, mentre il Conte si è gettato negli affari diventando un avido palazzinaro.
Il primo atto infatti si apre su una lottizzazione in miniatura, con Figaro e Susanna che cercano la casa più adatta a loro; il secondo appunto con l’immensa torta nuziale che viene ancora compulsivamente divorata dall’infelice e sconsolata Contessa; il terzo su una sorta di matrimonio in stile alta borghesia americana, con tanto arco di trionfo fiorito; mentre il quarto si conclude in una foresta notturna piena di funghi immensi, quasi ogni speranza di unione felice fra uomo e donna si fosse precocemente ammuffita.
Nell’intermezzo fra primo e secondo atto si racconta a fumetti la storia del matrimonio mal riuscito del conte, mentre fra il terzo e quarto atto Basilio intrattiene il pubblico monologando sull’assurdità del matrimonio.
Molte idee come si intuisce, alcune certamente azzeccate, altre già viste altrove, per uno spettacolo ricco e complesso, ben organizzato e che scorre senza problemi. Eleganti e accattivanti i quadri scenici. Certo si ride poco, il tono è forse troppo serioso o comunque gli attori faticano a far passare la farsa pur presente nella scrittura di Da Ponte. Alcune soluzioni risultano poi stucchevoli e forzate, come quando si allude troppo scopertamente ad una violenza, ad una sopraffazione fisica che non ha riscontri nel testo e nella partitura.
Molto riuscite alcune scene, come l’inizio del secondo atto con la torta, altre meno, in particolare quelle di insieme, in cui i rigidi incastri scenici del meccanismo della commedia settecentesca mettono in affanno gli interpreti e dove la regista perde chiarezza di visione e scade inevitabilmente nella confusione.
Il cast nel complesso si difende bene, ma senza quella spigliatezza e quel divertimento che avrebbe fatto la differenza. Fra i migliori della serata il Conte deciso e vocalmente convincente di Jacob Phillips, che sfoggia voce piena e sonora e un fraseggio nobile e curato. Di pari livello la Contessa Seunghee Kho, che affascina nelle arie soliste e riempie la cavea con una bella voce ottimamente proiettata e ben gestita. Ottimo anche il Cherubino di Camilla Lehmeier, ben impostata vocalmente e scenicamente spigliata nella caratterizzazione di una adolescente irrequieto. Corretto il Figaro di Benjamin Chamandy, che ha voce ben impostata, ma è sembrato prudente e compresso nell’interpretazione. Lo stesso dicasi per la Susanna di Anastasia Lerman, a cui avrebbe giovato un volume maggiore e un supplemento di verve. Forse a tutti e due è mancato il piglio del protagonista, lasciando la scena al Conte e alla Contessa. Sascha Zarrabi ha disegnato un divertente Basilio sopra le righe, sempre sorretto da voce dosata e sonora.
Completavano il cast la Marcellina corretta ma dalla pessima dizione italiana di Abongile Fumba, il Bartolo professionale e sicuro di Johannes Maria Wimmer, la Barbarina scolastica di Yejin Kang, l’Antonio insufficiente e incomprensibile di Il-Young Yoon e il Don Curzio corretto di Junghwan Lee
Sul podio il maestro Gerrit Pressnitz dirige con sicurezza una partitura che è pane quotidiano di ogni musicista d’oltralpe.
Vivo successo di pubblico nel finale.
Raffaello Malesci (Domenica 12 Maggio 2024)