Prosegue la stagione lirica jesina, con un omaggio ad uno dei suoi cittadini più illustri
Ovviamente stiamo parlando di Giovanni Battista Pergolesi con l'Olimpiade, dramma per musica in tre atti su testo tratto dall'omonimo libretto di Pietro Metastasio. L'opera scritta alla giovanissima età di venticinque anni, venne rappresentata nella stagione di carnevale del 1735 al Teatro Tordinona a Roma ed è considerata da sempre come uno dei capolavori dell'opera seria nella prima metà del Settecento.
Una nuova produzione con la regia di Fabio Ceresa, le scene e costumi di Bruno Antonetti e Giulia Negrin (vincitori della V edizione del Concorso dedicato a Josef Svoboda “Progettazione di Allestimento scene e costumi di Teatro Musicale” riservato a iscritti al Biennio di Specializzazione in Scenografia delle Accademie di Belle Arti di Macerata, Bologna, Venezia, Carrara, Bari e Brera).
Ceresa sostiene che l'Olimpiade è una macchina perfetta di sentimenti, un congegno teatrale in cui ogni personaggio è un ingranaggio indispensabile alla costruzione dell’armonia. Tutto questo si coglie nella sua regia molto briosa, con qualche momento sopra le righe, dove muove benissimo i cantanti che recitano con naturalezza ed ottima resa.
Le scene di Bruno Antonetti vengono ambientate nei giorni delle Olimpiadi di Berlino del 1936, tra le geometrie essenziali dell’estetica razionalista e la solenne maestosità del mondo classico. Nei primi due atti si respira un clima più moderno con la palestra e la sala delle conferenze. Nel terzo atto riecheggia di più l'antichità con la scalinata grigia e le fiaccole. I costumi di Giulia Negrin sono aderenti alle scelte registiche, le luci di Marco Scattolini evidenziano bene le atmosfere della storia.
Alla guida dell’Orchestra Ghislieri (gruppo residente del Collegio Ghislieri di Pavia che si dedica alla riscoperta del repertorio sacro del Settecento italiano, riproponendo regolarmente in concerto opere rare o inedite reperite attraverso un lavoro di ricerca) il maestro Giulio Prandi, uno dei più importanti specialisti del repertorio antico, che sceglie la revisione critica a cura di Francesco Degrada e Claudio Toscani (Edizione Fondazione Pergolesi Spontini). Una direzione solida, precisa, brillante, che mette in risalto sia i momenti più altamente poetici, che quelli più pomposi della bellissima partitura di Pergolesi, con un'attenzione alle voci e all'interessante uso di strumenti d'epoca.
Megacle (ruolo en travesti) eroe candido, leale e fedele trova in Theodora Raftis l'interprete ideale. Ottimo soprano dal timbro luminoso che gestisce con perizia le colorature nelle varie arie come "Superbo di me stesso", "Se cerca, se dice" e soprattutto nell'insidiosa "Torbido e volto in nero" risolta con grande fluidità.
Licida (ruolo en travesti) era Josè Maria Lo Monaco. Mezzosoprano dal timbro venato di chiaroscuri. Brava nelle articolazioni dei recitativi, canta con il giusto trasporto “Mentre dormi”, con sicurezza "Gemo in un punto, e fremo". Notevole l'Aristea di Carlotta Colombo, soprano dalla voce estesa, adamantina e ben proiettata. Pregevole l'uso dei filati e delle mezzevoci in “Tu di saper procura” e l'eleganza del canto in "Caro son tua così".
Di grande livello l'Argene di Silvia Frigato. Un timbro brunito e corposo, curato nella dizione e nel fraseggio. Cesella con intensità e drammaticità "Che non mi disse un di", la ritroviamo più agguerrita nell'aria "No, la speranza".
Ben amalgamati i due tenori. Anicio Zorzi Giustiniani (Re Clistene) tratteggia l’uomo che ha perso un figlio e cerca di ritrovare un ordine morale nel caos degli affetti con nobiltà in "Non so donde viene", il saggio precettore Aminta è Matteo Straffi che canta correttamente le due arie "Siam navi all'onde algenti" e "Son qual per mare ignoro".
Infine Francesca Ascioti come Alcandro (ruolo en travesti). Una prova convincente, con voce vibrante, specialmente nell'aria "Apportator son io”, ma anche al terzo atto con "L'infelice in questo stato". Completavano il cast i danzatori Rachele Montis, Giulia Vacca, Claudia Floris, Samuel Moretti.
Un pubblico attento ha tributato generosi applausi, sia dopo le varie arie, che al termine della recita, a dimostrazione che si può ancora osare, portando a teatro opere poco frequentate, ma di altissima qualità, proprio come è successo al Pergolesi.
Il prossimo titolo in cartellone (29 e 30 novembre) sarà una prima assoluta con "Il giudizio di Paride" di Paolo Marchettini.
Marco Sonaglia (Teatro Pergolesi-Jesi 21 novembre 2025)