Recensioni - Opera

John e Joe, ovvero dell'amicizia

In scena al Teatro Due il testo di Agotha Kristof con l’efficace regia di Valerio Binasco

Come accade con Vladimiro ed Estragone oppure Stanlio ed Ollio, ai quali i due protagonisti devono molto, lo sguardo che si posa sul mondo viene sempre dal basso, da quelli che hanno in tasca solo due franchi per il caffè e il giornale, che non hanno ereditato fortune immense dai loro padri, che possono comprarsi la felicità con pochi spiccioli, tanto infatti costa un bicchiere di grappa bevuto insieme.
C’è molta poesia nel testo, una poesia resa con grande intensità dai bravissimi Nicola Pannelli e Sergio Romano, che creano due personaggi in cui malinconia,  ironia ed umanità si fondono alla perfezione.
Valerio Binasco coglie con grande sensibilità il senso dello spettacolo ed imbastisce una regia semplice, lineare. Qui non sono richiesti intellettualismi o sovrastrutture, sono i personaggi che parlano e quando i personaggi sono così ben recitati il miglior servizio che si può rendere loro è di assecondarli.
Azzeccatissimo l’uso dei rumori che connotano lo spazio scenico e caratterizzano il cameriere inesistente del bar.
Uno spettacolo lieve ma profondo ed emotivamente coinvolgente che il pubblico del Teatro Due ha accolto con grande calore.
Da vedere.

Davide Cornacchione 12/12/215

 


John and Joe di Agotha Kristof che ha debuttato in questi giorni al Teatro Due di Parma è un piccolo ma prezioso testo sul valore dell’amicizia.
John e Joe sono due amici squattrinati che si ritrovano ogni giorno al tavolino dello stesso bar dove imbastiscono discorsi spesso strampalati, condividono qualche bicchiere e cercano un modo per sbarcare il lunario. L’occasione della svolta si verifica grazie ad un biglietto della lotteria che modificherà i loro equilibri, come spesso accade quando tra due persone si frappone del denaro.