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Jonas Kaufmann conclude la carrellata delle star internazionali della lirica in Arena

Nell’estate 2022 tutti i grandi nomi della lirica sono passati in Arena: Domingo, Alagna, Netrebko, Eyvazov, Kaufmann, GaranĨa, Oropesa, Abdrazakov, Grigolo, Meli, Maestri e molti altri….

È probabile che il 99° Festival areniano sia ricordato come indimenticabile dagli appassionati della lirica. Infatti Cecilia Gasdia, sovrintendente dell’ente lirico, è riuscita ad avere in Arena quasi tutti i maggiori nomi del panorama lirico internazionale, rendendo praticamente ogni serata degna di interesse, fino a proporre una delle ultime Aide con un Radames d’eccezione come Jonas Kaufmann.

Grande attesa dunque per il primo ruolo completo interpretato dal tenore tedesco in Arena. Attese che non sono andate deluse. Kaufmann si dimostra infatti un artista di prima grandezza per intelligenza e gestione del suo particolare strumento vocale.

Propone un Radames sfaccettato, con una recitazione nervosa, a tratti intimista a tratti iracondo, quasi borghese in certe espressioni. Il personaggio è plasmato sulle insicurezze, sui dubbi, e ottiene i risultati migliori nelle parti liriche. Infatti Kaufmann, dopo qualche iniziale incertezza dovuta all’emozione, ci regala un “Celeste Aida” di intima dolcezza, tutta cantata sul fiato e centrata sulle mezze voci, per concludere con un incredibile si bemolle finale a mezza voce e con tanto di sfumato, proprio come previsto da Verdi.

Se nel secondo atto fatica a volte a sovrastare l’orchestra nelle concitate scene d’insieme, dà poi il meglio nel terzo e quarto atto. Nel terzo riesce a dare credibilità ad un personaggio combattuto fra l’amor patrio e l’amore verso Aida: la voce è salda e corre in Arena, l’interpretazione è di prim’ordine, con finezze inusuali per il grande anfiteatro. Aggressivo e disperato nel duetto con Amneris, il Radames di Kaufmann si scioglie in un finale magistrale, tutto basato su pianissimi, giochi di glissando e filati evanescenti e sonori al contempo. Una prova magica risolta con intelligente professionalità e una grande consapevolezza dei propri mezzi vocali.

Ben all’altezza della star il resto del cast, su cui spicca la grande prova di Olesya Petrova, che dà corpo ad un’Amneris volitiva e appassionata, sfoggiando una voce piena e timbrata in ogni registro, forte di un registro grave di prim’ordine e di un volume torrenziale che riempie la grande cavea deliziando il pubblico. Grandi applausi per lei.

Maria Josè Siri si è dimostrata un’ottima Aida dalla voce sonora e attenta al fraseggio. Sebastian Catana interpreta in modo convincente Amonasro. Corretti e puntuali i due bassi: Abramo Rosalen (Ramfis) e Romano dal Zovo (Re).

Splendida l’orchestrazione e la direzione di Daniel Oren, che stacca tempi decisi e riesce anche all’aperto a cesellare finezze dall’orchestra dell’Arena, dando una grande lezione di attenzione alla resa complessiva dello spettacolo in un palco tanto complicato.

Dell’allestimento di Zeffirelli si è già detto a sufficienza.

Grande successo per tutti gli interpreti da parte di un Arena quasi esaurita, con ovazioni per la Petrova, Kaufmann e Oren.

Raffaello Malesci (28 Agosto 2022)