Recensioni - Opera

La Bohème alla Deutsche Oper, la grande forza del repertorio

Ancora efficace la messa in scena di Götz Friedrich a più di trent’anni dal debutto

Ecco la grande forza del teatro di repertorio di matrice nord europea: con un ensemble di cantanti stabili che alla Deutsche Oper di Berlino fanno la differenza e garantiscono un ottimo risultato, anche alla 138° replica dal debutto dell’allestimento avvenuto il 25 Dicembre del 1988.

Poi c’è lo spettacolo ideato e concepito da Götz Friedrich, sovrintendente per quasi un ventennio alla Deutsche Oper negli anni ottanta e novanta del novecento, coadiuvato da Peter Sykora, che crea una scenografia sontuosa e tradizionale con costumi opulenti e storicamente precisi.

Uno spettacolo che si potrebbe definire classico, naturalistico, ma ricco di idee, preciso nella drammaturgia, originale nello scavo dei personaggi, scaltro nella gestione delle masse. Uno spettacolo che ancora oggi è “giusto”: giusto nella spettacolarità opulenta del secondo atto con quel tanto di kitsch che non guasta; giusto nelle scene intime, in cui i cantanti sono accompagnati con attenzione da una regia che si appoggi alla drammaturgia; giusto nelle controscene, sempre vivide e precise, ma mai eccessive e fuorvianti; giusto perché si segue con piacere, sorprende qua e là e riesce sempre ad illuminare ed esaltare la musica di Puccini. Quanto buon teatro musicale in questa classicità, quanta regia che c’è ma non pretende di farsi vedere.

A completare una splendida serata all’opera un cast vocale omogeneo e preparato, con tutti i cantanti in parte e a loro agio nei rispettivi ruoli.

Rodolfo era Attilio Glaser che convince per accenti e interpretazione, forte di una voce chiara e di un timbro accattivante disegna un personaggio credibile e composto. Al suo fianco Sau Jo è una Mimì potente e ben impostata, scenicamente spigliata e convincente.

Divertente e affiatato il terzetto dei bohemiens: Thomas Lehrmann, un Marcello di ampia sonorità; Gerard Ferrares, un Colline ben impostato e con un timbro accattivante e omogeneo in ogni registro; Dean Murphy, uno Schaunard mobile e ben ferrato tecnicamente. Elisa Verzier regala al pubblico una Musetta dalla voce adamantina e ben gestita, unita ad un personaggio simpatico e ben in parte.

Ottimo tutto il resto del cast, professionale e divertente: Patrick Cook, Burkhard Ulrich, Christian Simmons, John Irvin, Youngkwang Oh, Francois Bader.

Giulio Cilona dirige con perizia e varietà di accenti il coro e l’orchestra della Deutsche Oper di Berlino.

Teatro esaurito e vivissimo successo nel finale.

Raffaello Malesci (Sabato 30 Marzo 2024)