Pomeriggio magico al Teatro Municipale di Piacenza con l’ultima opera della Trilogia, La Traviata
Roberto Catalano riesce a creare l’atmosfera delle tre opere con una scenografia comune, che però è molto efficace e consona a ciascuna di esse. Sempre molto precise le indicazioni sui movimenti scenici degli artisti, per cui l’opera scorre fluida e senza cose stravaganti. Le scene sono di Mariana Moreira e i costumi di Veronica Pattuelli. Entrambe sono riuscite a rendere il tempo dell’opera come Verdi l’aveva concepita, con abiti eleganti ed anche attuali. Le luci di Silvia Vacca sono giocate sul bianco e il nero-grigio, toni freddi com’è arido e freddo a volte il cuore dell’uomo, che considera la donna, vedi l’inizio di Traviata, come un oggetto di piacere e basta. Solo i lampadari durante le due feste sfoggiano una luce gialla intensa che illumina la scena, ad indicare come il piacere colora l’esistenza.
Bellissimi ed inquietanti i movimenti coreografici di Marco Caudera, fantasmatica presenza di maledizione e di morte. Maledizione e morte che accoglie nel finale dell’opera Violetta, l’avvince tra le sue braccia e cadono entrambi a terra. La morte compare in tutti e tre gli atti, nel finale del primo atto striscia sul tavolo del banchetto e sembra il serpente di Lord Voldemort, Nagini.
Il direttore Francesco Lanzillotta dirige con maestria l’Orchestra Sinfonica di Milano, non copre mai i cantanti e riesce a cogliere il colore, dolore e amore, racchiuso nell’opera. Sempre all’altezza il Coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto dal Maestro Corrado Casati.
Stoico ed impressionante Francesco Meli, che con la sua tecnica sopraffina e il suo mestiere è stato il migliore della serata, nonostante avesse ancora dei problemi hai bronchi. Ha cantato meglio di tanti suoi colleghi, ... sani. Come ho già scritto sopra, sicuramente il migliore nonostante le difficoltà nel “a capo” della cabaletta, dove la tosse ha fatto da padrona e ha dovuto saltare qualche frase. Voce limpida che correva in sala è stato perfetto nel primo e nel terzo atto.
Ernesto Petti canta benissimo, ha potenza vocale e tecnica, ma a volte non mette emozione nella frase musicale. Molto coinvolgenti entrambi, baritono e soprano, nel duetto del secondo atto e apprezzato nell’ aria “Di Provenza”, che tutti attendevano e che ha ricevuto applausi a scena aperta.
Maria Novella Malfatti sfoggia una voce interessante, ma forse ancora acerba in qualche passaggio vocale. Il suo atto migliore è stato il secondo. Fa un po’ fatica a carburare, ma poi migliora di atto in atto. Coinvolgente il suo “Addio del passato”. Certo che l’impresa di interpretare tre personaggi in 5 giorni farebbe tremare i polsi a tantissime soprano anche con maggiore esperienza della sua, e questo tour de force l’ha portata ad irrigidirsi e a volte a dimenticare le parole. La sua interpretazione della sfortunata Violetta è stata sottolineata da convinti e lunghi applausi all’uscita nel proscenio.
Bravi e precisi nei loro interventi i cantanti delle altre prime parti, cominciando da Irene Savignano come Flora Bervoix, Francesca Palitti come Annina, Simone Fenotti come Gastone, Davide Maria Sabatino come il barone Douphol, Nicola Zambon come Marchese d’Obigny, Omar Cepparoni come dottor Grenvil.
Applausi convinti per tutti gli interpreti e soprattutto per Meli.
Bel pomeriggio di emozioni al Teatro Municipale, che ormai ci ha abituato a produzioni sempre valide.
Direi, scommessa vinta per la Trilogia.
Complimenti alla Direzione del Teatro che ha creduto in questo progetto e a tutto lo staff che opera per rendere sempre appassionante il tempo trascorso nel loro teatro.