Recensioni - Opera

La cultura slava al Festival della bellezza

Esenin, Rachmaninov e Bregović protagonisti di due appuntamenti della manifestazione veronese.

Doppio appuntamento con la cultura Slava al Festival della Bellezza di Verona: a breve distanza abbiamo infatti potuto assistere ad un reading di poesie del poeta russo Sergéj Esenin, accompagnate dalle musiche di Sergéj Rachmaninov e ad al concerto del musicista bosniaco Goran Bregović.

 

Nella splendida cornice del Giardino Giusti, sabato 2 giugno l’attore Luigi Lo Cascio e la pianista Gloria Campaner sono stati gli artefici del suggestivo incontro tra la poesia di Sergéj Alexandrovič Esenin e la musica di Sergej Vasil’evič Rachmaninov. Ambedue russi, ambedue trasferitisi in America, continente che per Rachmaninov diventerà la seconda patria mentre per Esenin sarà solo fonte di insoddisfazione, sono tra i massimi esponenti della cultura russa a cavallo tra otto e novecento. Lo Cascio ha tracciato un interessante percorso della vita e dell’arte dell’infelice poeta russo, partendo dalle composizioni dedicate alla madre patria, la Rus’, quella terra a cui si sentiva indissolubilmente legato, e continuando con l’autobiografico “Diario di un teppista” in cui emergono i lati più caratteristici della sua personalità. Purtroppo l’ultima sezione, quella dedicata all’infelicità ed al suicidio del poeta, è stata interrotta da un temporale improvviso.
Alla magnetica e partecipe lettura di Lo Cascio hanno fatto da contraltare alcuni brani di Rachmaninov nell’ispirata interpretazione dell’eccellente pianista Gloria Campaner. Un appuntamento estremamente raffinato apprezzato dal pubblico che esauriva la corte del giardino.

 

Tutto esaurito anche venerdì 8 al Teatro Romano per il concerto intitolato Three letters from Sarajevo di Goran Bregović. Accompagnato dalla sua Wedding an Funeral Orchestra e da un quartetto d’archi, il musicista bosniaco ha eseguito brani dal suo ultimo cd, tra cui alcune canzoni in spagnolo scritte per la cantante Bebe, oltre alle tre struggenti Lettere da Sarajevo, scritte per violino solista ed orchestra, indirizzate rispettivamente alle comunità cattolica, ebraica e mussulmana. Un concerto caratterizzato da una prima parte che idealmente si apre verso il mediterraneo, a dimostrare il continuo interesse di Bregović verso i temi della convivenza e del multiculturalismo. Non sono mancati poi i grandi classici del suo repertorio provenienti dalla tradizione balcanica, tra cui la commovente Ederlezi, e le travolgenti Mesecina, Kalashnikov e Artiglieria che hanno chiuso la sezione die bis, mentre il programma “ufficiale” si era concluso con un altro grande classico: In the deathcar, scritta per Iggy Pop.
Successo travolgente con punte di entusiasmo in gradinata dove i posti a sedere sono stati abbandonati quasi subito dal pubblico per ballare sulle note della band.

Davide Cornacchione 2 e 8 giugno 2008