Recensioni - Opera

La guerra a passo di danza

Oh che bella guerra di Costanza Gatta debutta al Teatro Santa Chiara

Durante le prove emerge il contrasto, destinato ad esplodere nel finale, tra gli attori, che vorrebbero utilizzare il teatro per far conoscere al pubblico gli orrori e l’insensatezza della guerra, ed il capocomico che al contrario ritiene che il teatro debba servire per risollevare gli animi già avviliti dalle mostruosità del conflitto.
Questa traccia, invero abbastanza labile, viene utilizzata per raccordare una lunga sequenza di canzoni, balletti, sketch e giochi di prestigio che si rifanno al cabaret dell’epoca.
Pur riconoscendo a Gatta un’indiscutibile preparazione sull’argomento, che gli consente di spaziare con grande libertà all’interno del repertorio, l’impressione che si ha, soprattutto nella prima parte, è quella di una certa ripetitività dello schema. Tante canzoni, tanti balletti ed un connettivo talmente sottile che si ha l’impressione che tutto si riduca ad un continuo juke box, fino a circa venti minuti dalla fine dove la vicenda subisce un’accelerata e dove i nodi vengono al pettine per sciogliersi nell’intenso finale.
Probabilmente la vastità del materiale e i molti punti da sviluppare hanno impedito che venisse operata quella sintesi che avrebbe reso il lavoro drammaturgicamente più efficace ed incisivo, preferendo invece fornire una panoramica ampia anche se  dispersiva.
D’altro canto va applaudita l’eccellente preparazione di Matteo Bertuetti, Mariasole Dell’Aversana, Alberto Forino, Miriam Gotti, Jenny Perrone, Chiara Pizzatti, Daniele Squassina, Elena Strada, che si sono rivelati attori completi, disinvolti nel canto e nella danza e capaci di coinvolgere ed emozionare la platea.
Grande successo di pubblico che nella serata cui abbiamo assistito esauriva completamente il Teatro Santa Chiara (circostanza questa che si è ripetuta nella maggior parte delle repliche) e che ha tributato applausi convinti a tutti gli interpreti.

Davide Cornacchione 19/12/2015

 


Con “Oh che bella guerra” il Centro Teatrale Bresciano prosegue il suo percorso di spettacoli che si interrogano sul teatro iniziato da Franco Branciaroli nelle scorse stagioni  (Servo di scena e Il teatrante) e proseguito con il Mephisto di Micheletti, andato in scena il mese scorso.
Protagonisti di questa nuova produzione scritta e diretta da Costanzo Gatta sono un gruppo di attori che nella Brescia del 1917, a ridosso della disfatta di Caporetto, devono allestire un varietà per risollevare l’animo delle truppe e di chi, rimasto a casa, vuole distrarsi dalle brutture della Grande Guerra.