Recensioni - Opera

La vitale magia del “Flauto”

Trascinante serata al Ponchielli con il Flauto magico secondo l’orchestra di Piazza Vittorio

Titolo molto frequente nei cartelloni dei teatri lirici, il Flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart nasce in realtà come spettacolo dedicato ad un pubblico popolare. Infatti il luogo che vide il suo debutto, ovvero il Theater auf der Wieden di Vienna, era una di quelle sale dove si rappresentavano spettacoli brillanti, che potremmo definire “di intrattenimento”, ben lontani da quelli che andavano in scena nei teatri blasonati, destinati a nobili e cortigiani.

A distanza di 200 anni, durante i quali questo titolo è entrato a far parte del corpus della grande tradizione dell’opera lirica, l’Orchestra di Piazza Vittorio ne ha riscoperto le radici più popolari in un allestimento/riarrangiamento che  sicuramente sarebbe stato applaudito da Mozart stesso.
Il pretesto da cui prende vita questa nuova operazione è molto semplice: un gruppo di musicisti provenienti da varie parti del mondo, decide di reinterpretare i singoli brani secondo lo stile della propria musica in un vitale collage musicale multietnico.
Ascoltiamo così l’aria di Papageno “Der Vogelfänger bin ich ja” eseguita come un reggae, o il duetto “Hm Hm Hm” in cui i versi di Papageno col lucchetto in bocca si fondono col percussivo beatboxing di Tamino. Seguono poi, tanto per citarne alcune, l’aria “Ach, ich fühl's” cantata da una Pamina in stile country, Tamino che si esibisce su un ritmo di bossa nova e la celebre  “Der Hölle Rache” della Regina della notte divisa tra un rock e un sirtaki.
Vera rivelazione però è l’aria di Monostatos eseguita in stile maghrebino: un’interpretazione così calzante (non dimentichiamo infatti che nell’opera Monostatos è un personaggio di colore) da far supporre che a Mozart stesso non fosse del tutto estranea la musica berbera ed a questa si fosse ispirato nella composizione.
L’Egitto simbolico e favolistico dell’opera si trasforma in un Egitto reale, assolato, vivo e pulsante, crocevia di un Mediterraneo ricco di musica e colori, grazie anche ai luminosi acquerelli di Lino Fiorito che, proiettati sul fondale sottolineano i vari passaggi.
Uno spettacolo vitale e coinvolgente, salutato al termine da applausi entusiasti da parte di  un Teatro Ponchielli quasi esaurito.

Davide Cornacchione 12/02/2015