Recensioni - Opera

Le coreografie di Kylian e Preljocaj a Verona

Il Ballet du Capitole de Toulouse in scena al Teatro Ristori

Il 20 e 21 dicembre, il neo ristrutturato teatro Ristori di Verona ha ospitato il Ballet du Capitole de Toulouse con due titoli di sicuro successo: La stravaganza di Angelin Preljocaj e Symphony of Psalms di Jiri Kylian.
I due coreografi sono assai diversi per età, nazionalità e formazione artistica, ma accumunati da un unico credo: la preparazione classico-accademica che deve stare alla base dei loro danzatori.

La Stravaganza debuttò a New York nel 1997, anno in cui Preljocaj ottenne il “Bessie Award” per una delle sue più celebri e fortunate coreografie, Annonciation, la prima a tema evangelico. Infatti, a seguito dell’importante riconoscimento avuto dal coreografo franco-albanese, Peter Martins, direttore del NYCB, decise di commissionargli un nuovo pezzo e nacque quindi la Stravaganza, accolta da subito molto favorevolmente dalla platea statunitense. Nata per lo più su una raccolta di Concerti vivaldiani (ma non solo) scritti per violino e talvolta interpretati dal violoncello, la coreografia è davvero eclettica, tipicamente “à la Preljocaj”. Il movimento nasce dalla contrapposizione tra l’oggi e il settecento, vedendo due gruppi di sei ballerini ciascuno che si alternano nella danza con stili, pose ed abiti assai diversi tra loro. La musica elettronica che fa da sfondo ai danzatori barocchi, scardina con ferocia l’eredità dettata dal gusto tipicamente vivaldiano, mettendo in subbuglio la mente dello spettatore, fino a quando le alternanze visive e sonore si fondono in una danza corale che amalgama passato, presente e futuro.
Paragonato al linguaggio del precedente, si capisce quanto Kylian sia stato rivoluzionario al momento della coreografia di Symphony of Psalms (1978) e sia ancor oggi attualissimo ed estremamente moderno. La bellezza delle creazioni di Kylian sta per lo più nella musicalità intrinseca ai singoli passi e legazioni. Ogni sequenza può essere contratta o dilatata senza snaturare gli accenti dei passi: le combinazioni ripetute a loop o a canone dalle coppie di ballerini creano un senso di grande respiro seguendo il suggerimento del Salmo 150 “loda il Signore con la danza”.
In un certo senso Kylian, può essere considerato il successore moderno di Petipa. Mentre il coreografo francese riuscì a scolpire gli spazi geometrici legati alla danza, il coreografo ceco fa un passo avanti compiendo quanto auspicato forse solo da Diaghilev con la creazione dei suoi Ballets Russes, ovvero un legame tra danza e musica molto profondo.
Peccato che il palco del Ristori risulti forse un po’ troppo piccolo per ospitare anche così poche coppie di danzatori necessarie per mettere in scena questi due capolavori, anche se l’essenza dello spettacolo è stata fruita ed apprezzata da un pubblico davvero molto caloroso. Bravi tutti i ballerini del Ballet du Capitole de Toulouse, anche se appunto penalizzati dagli spazi ridotti.


Sonia Baccinelli 21 dicembre 2012