Recensioni - Opera

Le donne di Almodovar conquistano Verona

La versione teatrale di Tutto su mia madre debutta la Teatro Nuovo con tre attrici d’eccezione: Elisabetta Pozzi, Eva Robin’s e Alvia Reale.

Questa nuova versione, pur mantenendone il medesimo impianto drammaturgico, presenta alcune differenze rispetto all’originale cinematografico, soprattutto dal punto di vista dei rapporti tra i personaggi. Adamson infatti sceglie di esplicitare alcune dinamiche che nel film erano solo intuibili, rendendo quindi emotivamente più chiari alcuni passaggi e dando maggiore spessore psicologico ai singoli caratteri.
Questo avviene soprattutto nella seconda parte, quella peraltro più riuscita, in cui i protagonisti riescono a liberarsi dalle costrizioni del loro passato e raccontare i loro sentimenti in chiave catartica. La prima parte al contrario risente ancora molto del vincolo cinematografico,  che la obbliga ad una continua frammentazione degli eventi, nel tentativo di costruire i presupposti che sono alla base della vicenda. Questa scelta sintattica tende a penalizzare il ritmo della spettacolo,  a causa anche dei continui momenti di buio che sottolineano i cambi scena e che ogni volta spezzano la tensione facendo ripartire tutto da zero.
Nulla di ciò compromette comunque la riuscita di uno spettacolo che si avvale di un cast pressoché ideale, sorretto dalla solida regia di Leo Muscato.
Manuela, personaggio chiave della vicenda, è interpretato da un’efficacissima Elisabetta Pozzi, che è riuscita a tratteggiare una donna forte e di carattere ma, allo stesso tempo, dalla grande carica umana ed emotiva. La scena in cui scopre della gravidanza di Suor Rosa ed il suo monologo nel camerino di Huma, nel quale racconta il susseguirsi di eventi che l’hanno condotta lì, sono stati momenti assolutamente irripetibili.
Altrettanto efficace è stata la spumeggiante Agrado di Eva Robin’s, che ha creato un personaggio di grande vitalità ed altrettanta spigliatezza nell’affrontare un testo che, traboccante di  allusioni sessuali, è stato giocato tutto in chiave divertita ed ironica.
Alvia Reale si è invece perfettamente immedesimata nel ruolo di Huma Rojo: tanto spavalda e sicura di sé come star del palcoscenico quanto fragile come donna.
A questo terzetto di attrici in stato di grazia si affiancavano l’intensa Suor Rosa di Silvia Giulia Mendola,  la volubile Nina di Giovanna Mangiù e la funzionale madre di Rosa di Paola di Meglio.
I più defilati ruoli maschili erano interpretati da Alberto Onofrietti (Esteban /Lola) e Alberto Fasoli.
La regia di Leo Muscato giocava molto sull’aspetto metateatrale del testo, ambientando gran parte della vicenda sul palcoscenico o nei camerini di un teatro di cui si vedevano sullo sfondo le gradinate. Gli interni domestici erano invece caratterizzati da fondali curiosamente ispirati alle tele del pittore Mark Rothko.
Il pubblico della prima veronese, partito un po’ freddo, complice anche la perfettibile drammaturgia, è stato via via trascinato all’interno della vicenda dalla magnetica presenza delle tre protagoniste e si è sciolto nel finale in applausi commossi e partecipi.

Davide Cornacchione 30/11/2010

 


Il capolavoro cinematografico di Pedro Almodovar “Tutto su mia madre” è arrivato anche sui palcoscenici italiani attraverso una triangolazione con l’Inghilterra. La riduzione teatrale firmata da Samuel Adamson ha infatti debuttato qualche anno fa a Londra, città in cui si possono tentare esperimenti purtroppo impensabili nei teatri italiani.
Il primo grande applauso va quindi tributato al Teatro Stabile del Veneto ed al Teatro Due di Parma che hanno coprodotto questo nuovo allestimento, cui abbiamo avuto modo di assistere all’interno della rassegna “Il grande teatro”.