Recensioni - Opera

Magnifico ritorno della compagnia di Antonio Gades al Teatro Romano

Dopo nove anni di assenza dal Teatro Romano la compagnia di Gades torna a Verona. Torna per la quarta volta, anche se purtroppo s...

Dopo nove anni di assenza dal Teatro Romano la compagnia di Gades torna a Verona. Torna per la quarta volta, anche se purtroppo senza il suo fondatore da poco mancato (14 novembre 2004). La Carmen di Gades venne presentata per la prima volta al pubblico del Teatro Romano nel 1983 e naturalmente Gades interpretava il ruolo di Don Josè.
Le parole del celebre ballerino spagnolo ben descrivono il modo in cui lui vede questa donna: “Carmen è quasi sempre stata trattata in modo abbastanza superficiale e frivolo, in realtà Carmen è molto più di questo. E’ stata una donna incompresa: quando nel 1873 apparve l’opera, questa figura femminile scandalizzò i puritani e tutti quelli che non volevano accettare che rappresentasse il simbolo della vera emancipazione femminile. Don Josè è fuggitivo, un borghese che fuoriesce dal suo ambiente sociale, che non le sarà fedele e con un radicato concetto dell’amore inteso come proprietà privata.
Ho dato vita a Carmen perchè non mi piaceva quell’immagine stereotipata e falsa che le si attribuisce, perché Carmen è una donna che ama con un coinvolgimento senza riserve, che lotta contro il possesso privato dei sentimenti, che non abbandona il suo ambiente sociale nonostante frequenti la società più in vista. Dopo il debutto nel 1983, la critica francese sostenne che Carmen fu portata in Francia da Merimée. Noi l’abbiamo fatta tornare in Spagna.
Carmen non è una donna frivola, né una divoratrice di uomini. Carmen è piuttosto una donna onesta, che se ama dice di amare e se non ama dice di non amare. E questo vale a dire: una donna libera. E non credo che questo si l’atteggiamento di una mangiatrice di uomini…Inoltre questa donna aveva un così alto concetto della libertà che preferì morire piuttosto che perderla. Fu sempre trattata in modo frivolo e presentata come divoratrice di uomini, ma Carmen ha qualcosa di essenziale che è molto diverso da tutto ciò: la sua idea di classe sociale e la sua idea di nobiltà”.
Su questo presupposto è stato impostato il personaggio: Carmen, splendidamente interpretata da Stella Arauzo, è stata essenzialmente una donna onesta con se stessa.
Non ci sono parole adeguate per descrivere la bellezza delle coreografie di Gades: svariatissimi e molto repentini i cambi dei giochi geometrici nelle danze di gruppo (righe, cerchi, diagonali, file, etc), teneri e sensuali i passi a due Carmen/Don Josè, feroce e animalesca la lotta con Micaela, per non parlare delle “originali trovate” maschili nei duelli o persino umoristiche con il “toreador popolano”. Tutto questo è stato fatto da Gades cercando di riportare il flamenco alla sua essenza: nessun virtuosismo mozzafiato, ma un controllo totale del corpo e degli oggetti che si utilizzano (bastoni, scialli, mantelli, etc), vestiti senza lustrini ad eccezione, ovviamente, di quello del Torero e soprattutto la musica. Nella Carmen di Gades protagonista assoluto è il ritmo fatto in primis con mani e piedi (splendido il pezzo iniziale a mo di prova): le musiche infatti non sono solo quelle celebri di Bizet, ma sono di vari autori, tra cui lo stesso Gades che utilizzando in modo molto particolare la danza e il ritmo flamenco sortisce un effetto davvero straordinario.
D’altra parte cosa ricorda qualsiasi spettatore di Gades, se non che era un uomo pieno di fascino e di grinta, capace di tener inchiodato il pubblico alla poltrona col fiato sospeso per poi farlo esplodere nell’ovazione finale?
Ed una nota di merito va anche senz’altro anche all’organizzazione che quest’anno per la danza ha proposto un cartellone davvero serio e altamente qualificato per tutti gli spettacoli.

Sonia Baccinelli 25/08/2005