Recensioni - Opera

Momix, sempre Momix, fortissimamente Momix

Ennesimo trionfo della compagnia di danza americana in scena al Teatro Romano con “Bothanica”

I Momix e l’Estate Teatrale Veronese costituiscono ormai da anni un binomio indissolubile e sempre vincente. È infatti ormai da circa due lustri che il Teatro Romano è diventato luogo d’elezione per le rappresentazioni in Italia dei lavori allestiti dalla compagnia di Moses Pendleton, ed ogni volta pubblico e critica si trovano concordi a sancirne il trionfo.
La tradizione si è ripetuta anche in questa nuova occasione, ovvero le 12 rappresentazioni di Bothanica, produzione dello scorso anno ed ancora inedita a Verona, che hanno fatto segnare altrettanti “sold out” al botteghino.
 

Dopo la Passione di Cristo, il baseball, il deserto, la luna e i girasoli, il coreografo del Connecticut ha incentrato la sua ultima creazione sul tema della natura, in particolare della vegetazione. Ecco quindi gli straordinari ballerini muoversi sullo sfondo di proiezioni che raffigurano fiori e piante, oppure entrare in scena con grossi bastoni coperti di foglie, quasi a rappresentare la vita che scorre all’interno degli alberi che popolano le foreste, o ancora rievocare i primordi della vita in un curioso rapporto uomo-dinosauro.
La natura messa in scena da Pendleton è una natura  viva, mutevole e sempre in movimento, grazie non solo alle coinvolgenti coreografie, ma anche ad un gioco illusorio che nasce dall’uso estremamente creativo dei costumi e dei materiali utilizzati per realizzarli. Ecco quindi dei ventagli trasformarsi in corolle di girasoli, o dei tubi di plastica infilati nelle braccia diventare rami di una foresta in autunno, o delle gonne rievocare il fiore del garofano in un continuo caleidoscopio di forme e colori sempre mutevoli.
Da qualche tempo infatti negli spettacoli dei Momix la ricerca di soluzioni visive di forte impatto, a volte anche un po’ a discapito della pura danza, si è sempre più accentuata, e quindi anche in Bothanica vi sono momenti di buio totale in cui  è possibile intravedere solo alcuni segmenti di corpi ricoperti da tessuto fluorescente, oppure videoproiezioni che, fondendosi con la coreografia, caratterizzano alcuni passaggi. Va detto però, in merito a questo ultimo aspetto, che l’aver eliminato il telo a proscenio che aveva caratterizzato sia Sun Flower Moon che la ripresa di Passion, ha reso questi interventi molto meno invadenti, con un notevole miglioramento dal punto di vista della visione complessiva.
Pleonastico ribadire ancora una volta il livello tecnico dei danzatori che si sono esibiti in questa occasione: il marchio Momix conferma come sempre le aspettative degli spettatori, che anche in quest’occasione hanno decretato il successo di questa nuova produzione, fiduciosi che il desiderio di Pendleton  di tornare a Verona nel 2010 per festeggiare i 20 anni di attività trovi presto conferma.


Davide Cornacchione 29 luglio 2009