
Galà di danza con coreografie di Maurice Petipa e Maria Grazia Garofoli
Lo spettacolo andato in scena al teatro Filarmonico di Verona il 23 novembre (con repliche per il week-end successivo) prevedeva un programma molto ricco ed articolato dal punto di vista coreografico, anche se vi è stata una prevalenza di passi a due, tutti però corredati da variazioni e coda.
Nella prima parte sono stati eseguiti il Canone di Pachelbel, la Pavane pour une infante défunte di Ravel e Vilja da La Vedova allegra per la coreografia di Maria Grazia Garofoli e i passi a due del repertorio tratti da La Bella Addormentata nel Bosco, Paquita e Le Corsaire.
Nella seconda parte sono stati presentati Carmen, Thais e il galop finale dell’Excelsior ancora per la coreografia della direttrice del corpo di ballo veronese (presente al momento degli applausi) e passi a due dal Lago dei Cigni, Giselle ed Exclesior.
Ottima l’interpretazione di Evelyne Spagnol e Joseph Gatti sia nel Corsaro che in Don Chisciotte. Ogni volta che il Corsaro viene danzato, l’immagine è immediatamente associata a quella del “tartaro volante” che ne fece il suo cavallo di battaglia fino alla fine della carriera. Il giovanissimo Joseph Gatti, all’apice della sua forza muscolare, ha saputo reggere il confronto con il fantasma di Nureyev ed ha strabiliato il pubblico con i suoi potentissimi tour e manege sempre presi da sinistra. La sua partner, Evelyne Spagnol, è stata tecnicamente alla sua altezza nella precisione tecnica oltre che dinamica, anche se la sua tecnica di giri non le ha mai permesso di tentare i fouettes doppi nelle code dei passi a due.
La coppia Garritano-Zeni ha interpretato il passo a due del terzo atto della Bella Addormentata e l’adagio del secondo atto del Lago dei cigni. Senz’altro meglio riuscito il brano del Cigno Bianco tutto incentrato sulla delicatezza e sulle linee della ballerina: la Garritano infatti è stata decisamente superiore a Mick Zeni il quale nella variazione della Bella aveva poca elevazione. Peccato che in alcuni punti ci fosse un certo scarto tra la musica e la danza, l’orchestra non pareva adattarsi ai tempi della prova dei ballerini.
Amaya Ugarteche e Antonio Russo si sono esibiti nel passo a due finale di Paquita, che senza il corpo di ballo risulta un po’ statico, e hanno chiuso lo spettacolo con Excelsior interpretando rispettivamente la Civiltà e lo Schiavo. Entrambi hanno dato una buona interpretazione, in particolare Antonio Russo nel ruolo dello Schiavo, anche se la sua figura non era del tutto adatta al personaggio.
Bravi anche la coppia Ferrigni-Dato nel ruolo dei contadini tratto da Giselle.
Dal momento che lo spettacolo è durato due ore e mezza con l’intervallo, alcuni brani della Garofoli avrebbero potuto essere ridotti sia in durata, sia numericamente, dato che il livello tecnico degli ospiti o degli interpreti dei passi a due era decisamente superiore rispetto a quello dei ballerini del corpo di ballo, complice anche il puro stile coreografico di Petipa.
Sonia Baccinelli 23/11/2008