
Nel complesso scolastica la resa scenica e musicale
Ben otto teatri, praticamente mezzo Nord Italia, per la produzione di Carmen di Georges Bizet, vista al Teatro Ponchielli di Cremona: Bergamo Brescia, Pavia, Como, Cremona, Modena, Piacenza e Ravenna.
La regia è stata affidata a Stefano Vizioli, coadiuvato dalle scene di Emanuele Sinisi e dai costumi di Anna Maria Heinreich. Ad un tale sforzo produttivo non corrisponde purtroppo un risultato convincente. Lo spettacolo, ambientato in una non meglio precisata contemporaneità risulta di scialba convenzionalità. Pareti di cemento materico, sbrecciate qua e là, una pedana inclinata, qualche video nei cambi scena; costumi generici con qualche richiamo alla Spagna. Tutte cose già viste.
Stefano Vizioli ha i suoi grattacapi a tenere insieme una compagnia di canto che non sembra mai scenicamente a suo agio, oltre ad un coro oltremodo impacciato. Ne risulta una messa in scena statica, non rodata, farraginosa. Peccato perché il regista sembra avere occhio, riuscendo ad azzeccare qualche tableaux vivant suggestivo a patto che gli interpreti siano fermi. Ogni qualvolta ci sia azione, che peraltro nella Carmen è preponderante, lo spettacolo scade in stilemi triti e la verosimiglianza latita.
Poco convincente nel complesso la compagnia di canto. In Carmen cantare più o meno correttamente non è sufficiente, in vero non lo è mai a teatro, ma per Carmen la credibilità e l’aderenza scenica al personaggio sono irrinunciabili.
Pablo Ruiz ha una linea di canto pulita e una presenza scenica sufficiente, onore al merito. William Allione e Gianluca Moro spiccano come Dancairo e Remendado. Canto appropriato e recitazione che si lascia guardare.
Emilia Rukavina prova a fare Carmen ma senza convinzione. Un canto sostanzialmente corretto non salva il personaggio. Joseph Dahdah ha un bel timbro di voce e dei centri accattivanti. Poco a fuoco tuttavia negli acuti. Dal punto di vista scenico nulla si è visto dell’amore focoso di Don Josè. Scolastica Alessia Merepeza come Michaela. Non pervenuti gli altri.
Sergio Alapont parte bene, ma in seguito deve piegare le esigenze orchestrali ai cantanti con un effetto discontinuo. Non a livello il Coro Operalombardia.
Teatro con diversi posti vuoti. Buon successo nel finale.
Raffaello Malesci (Domenica 5 Ottobre 2025)