Recensioni - Opera

Orlando Furioso di Vivaldi conclude la prima parte della stagione al teatro Filarmonico di Verona

Spettacolo di impostazione classica

In attesa della partenza a piena capienza del Festival areniano 2022, si conclude la prima parte della stagione al Teatro Filarmonico con “Orlando Furioso” di Antonio Vivaldi. Si tratta della ripresa di uno spettacolo presentato alla Fenice di Venezia nel 2018 con la regia di Fabio Ceresa, per l’occasione ripresa da Federico Bertolani, le scene di Massimo Checchetto e i costumi di Giuseppe Palella.

La stessa opera di Vivaldi ha un’illustre tradizione al Filarmonico, fu infatti presentata nel 1978 e nel 1979 con i Solisti Veneti diretti da Claudio Scimone, con la regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi. Protagonista di allora la grande Marylin Horne. Questa proposta fu una delle prime riprese vivaldiane e fu fra le messe in scena che diedero il via alla cosiddetta riscoperta dell’opera barocca.

Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e ormai le opere barocche sono regolarmente riprese dai maggiori teatri europei con messe in scena spesso innovative e dirompenti. La tradizione del barocco invece langue in Italia e bene ha fatto il Teatro Filarmonico ad inserire questa proposta nel cartellone.

Lo spettacolo proposto è essenzialmente di stampo classico, ben curato per scene e costumi, ma sostanzialmente ripetitivo nel susseguirsi dell’azione. Prevale infatti una certa staticità e convenzionalità nella gestione dei figuranti e dei cantanti. Ne risulta un prodotto che non rende piena giustizia alla musica di Vivaldi.

I cantanti, tutti specialisti nel repertorio barocco, ben si destreggiano nei rispettivi ruoli, senza tuttavia brillare particolarmente di luce propria: Teresa Iervolino, Lucia Cirillo, Chiara Tirotta, Laura Polverelli, Sonia Prina, Christian Senn. Una compagnia di canto omogenea insomma che trova una valida anche se non sempre brillante direzione nel giovane direttore Giulio Prandi.

Una proposta quasi per specialisti insomma, che però non rende giustizia al versante spettacolare e drammatico dell’opera barocca, creando uno spettacolo sostanzialmente estetizzante senza una vera e coinvolgente drammaturgia.

Il pubblico, non particolarmente numeroso, ha regalato applausi a tutti gli interpreti.

Raffaello Malesci (8 Maggio 2022)