Recensioni - Opera

Ottime Nozze di Figaro con i vincitori del Concorso Toti Dal Monte

La stagione del Teatro Comunale di Treviso ha inaugurato con una riuscita edizione del capolavoro mozartiano

La stagione 2018/19 del Teatro Comunale Mario Del Monaco di Treviso ha inaugurato con un’edizione delle nozze di Figaro di Mozart che ha visto protagonisti i vincitori del XLVII concorso Toti dal Monte e che, data la qualità dello spettacolo, poco o nulla aveva del saggio di fine concorso ma si poteva considerare un vero e proprio spettacolo di professionisti. I giovani interpreti si sono mossi nella bellissima cornice costituita dalle scenografie di Lele Luzzati realizzate nel 2004 su tele dipinte, che rappresentavano ambienti del palazzo del Conte, mentre la quadratura ed il fondale riproducevano una vegetazione intrecciata che rimandava al giardino del quarto atto. Molto belli e sfarzosi anche i costumi di foggia settecentesca disegnati da Alfredo Corno.

 

La regia di Francesco Bellotto, costruita in modo sostanzialmente tradizionale, ha dipanato in modo chiaro e spiritosamente vivace le vare vicissitudini che caratterizzano la “folle giornata”, mettendo comunque a fuoco alcuni di quegli aspetti di critica sociale del testo di Beaumarchais, considerati all’epoca rivoluzionari e che gli valsero gli strali della censura. Se, ad esempio, nell’aria “Se vuol ballare Signor Contino” Figaro cerca lo scontro fisico con il Conte, nel terzo atto le contadinelle depongono nel cesto i fiori per la Contessa di malavoglia e con gesti bruschi, a sottolineare un rapporto stridente con la nobiltà, che viene ancor di più accentuato quando il conte getta a terra alcuni avanzi di cibo su cui si avventano i popolani affamati. Il tutto si risolve nella scena finale in cui lo specchio, simbolo della vanità e della vacuità, quasi onnipresente in tutta l’opera, si trasforma in una ghigliottina ad anticipare quello che sarebbe accaduto di lì a pochi anni. Non nuova ma ben sviluppata anche l’idea di mostrare al pubblico la complessità della macchia teatrale, con cambi scena a vista ed interventi sul palco delle varie maestranze.

 

Sergio Alapont, alla testa dell’Orchestra Città di Ferrara stacca tempi sostenuti, in linea con lo spirito frenetico dell’opera. Questo non gli impedisce di approfondire le complesse dinamiche mantenendo sempre in equilibrio il versante comico con quello più lirico e fornendo sempre adeguato sostegno ai giovani cantanti. Nel ruolo del titolo Davide Giangregorio è un Figaro spavaldo dalla voce scura e ben timbrata, cui si affianca la gradevole Susanna di Francesca Tassinari. Yulia Gorgula è una Contessa dalla voce importante, che spicca nei momenti più lirici e malinconici, quali l’aria “Dove sono i bei momenti”, molto applaudita dal pubblico. Ben sfaccettato il Conte di Christian Federici che, grazie ad un timbro ricco di colori e sfumature, alterna con grande disinvoltura arroganza ed eleganza.  Marta Pluda è un vivace Cherubino, dalla bella presenza scenica e dal timbro morbido e corposo che si distingue per la nobile raffinatezza nel fraseggio. Efficace e ben cantata la Marcellina di Francesca Cucuzza.

Gli altri interpreti non provenivano dal concorso di canto. Tra di loro si segnalano l’ottimo Bartolo di Baurzhan Anderzhanon, ed Alfonso Zambuto, distintosi nel doppio ruolo di Basilio e Don Curzio. Efficaci la Marcellina di Sara Fanin e l’Antonio di Luca Scapin.
Buona la prova del Coro Benedetto Marcello, diretto da Francesco Erle e puntuali gli interventi al cembalo di Lorenzo Feder.
Convinti e calorosi gli applausi del pubblico che, in veste di giuria popolare, ha partecipato anche all’assegnazione del premio Bellussi al miglior interprete tra i vincitori del concorso, attribuito al termine della replica alla Contessa di Yulia Gorgula.

 

Davide Cornacchione 28/10/2018