Recensioni - Opera

Ottimo secondo cast per Un Ballo in Maschera a Genova

Belle prove per Angelo Villari, Maria Teresa Leva e Monsoo Kim

Continua il mio fortunato ascolto dei secondi cast: ma è solo fortuna o nei secondi cast si possono trovare degli artisti che meriterebbero di cantare molto più spesso, nei teatri più prestigiosi e nei primi cast? E la recita di Un ballo in Maschera, andato in scena il 4 febbraio, è andata oltre ogni migliore aspettativa.

Come adesso succede, ahimè purtroppo di rado, sono uscita dal teatro con tutti i sensi soddisfatti: occhi perché le scene erano magnifiche e la regia perfetta, tatto perché le mani erano rosse per gli applausi, orecchie felici di aver ascoltato una orchestra suonare in modo melodioso e degli artisti cantare e recitare così bene. Avevo già visto questa produzione andata in scena al teatro di Municipale di Piacenza, ma a Genova l’ho gustato maggiormente.

Comincio rovesciando l’ordine solito con cui si descrive uno spettacolo e parto parlando dei cantanti protagonisti.

Su tutti il tenore Angelo Villari, il soprano Maria Teresa Leva e il baritono Mansoo Kim.

Angelo Villari ha interpretato Riccardo e non ci ha fatto rimpiangere, per nulla, il suo collega del primo cast. È un cantante dotato di una voce piena, armonica, voce importante ed espressiva, sicura in tutta la gamma delle note, da quelle basse, al centro e agli acuti. Artista completo sia vocalmente che scenicamente, ha emozionato nelle sue arie e ha ricevuto lunghissimi applausi con richieste di bis. Ha una voce corposa, di cui sentivamo la nostalgia.

Maria Teresa Leva, soprano di cui si conoscevano già le doti artistiche, ha interpretato Amelia. Perfetta nelle arie e nei duetti, anche lei ha ricevuto applausi e richiesta di bis nell’aria del terzo atto. È una cantante che ha una voce da vendere e che la sa usare benissimo. Sfoggia un timbro molto molto calibrato, sa usare benissimo le mezze voci, controlla senza problemi gli acuti che lancia con naturalezza e con tenuta perfetta, si sente che sa cantare appoggiandosi sul fiato. Anche lei meriterebbe di essere ascoltata più spesso e in tutti i teatri.

Mansoo Kim ritornava a Genova dove aveva già interpretato in modo mirabile, Simon Boccanegra e Roberto Deveraux, oltre ad altri ruoli. È un baritono con una linea di canto e tecnica solida, assoluta padronanza della voce e buona presenza scenica: la sua interpretazione del ruolo di Renato mi è parsa di gran livello. È un cantante la cui voce emoziona: ha reso molto bene i sentimenti contrastanti che animano l’animo di Renato, che passa dall’amore all’odio per Riccardo, dal rancore alla disperazione dell’errore commesso nell’assassinare l’amico. Anche per lui gli applausi sono stati scroscianti nell’aria e alla fine. Speriamo che ritorni a cantare in Italia.

Maria Ermolaeva ha interpretato Ulrica, parte ostica e per niente facile, anche se breve. È apparsa credibile, ma la voce risulta un po’ troppo leggera e in alcuni passaggi di registro, sembra urlare e non tenere bene la voce. Ksenia Bomarsi ha interpretato Oscar: è sembrata in difficoltà nel primo atto ma si è riscattata nell’ultimo atto. Corretti John Paul Huckle (Samuel) e Romano Dal Zovo (Tom). Completano il cast Marco Camastra (Silvano), Giuliano Petouchoff (Un giudice), Claudio Isoardi (Un servo).

Bravissimo il Coro del Teatro Carlo Felice, diretto dal Maestro Claudio Marino Moretti: suono compatto e presenza scenica, ben in risalto in tutte le sue entrate, soprattutto nel ballo finale.

Alla guida dell’Orchestra del Teatro Carlo Felice di Genova il Maestro Donato Renzetti. È forse il miglior direttore e concertatore, titolo che ora pochi possono meritare e che lui porta con classe da tantissimi anni. Svolge un lavoro sublime traendo dallo spartito tutte le sottigliezze che sono nascoste in ogni rigo, atto, scena. Donato Renzetti concerta un Ballo elegante, omogeneo, con la ricerca e esposizione di tutti quei particolari musicali che rendono questa opera un capolavoro. Sotto la sua guida l’’orchestra suona in modo sublime e contribuisce alla magia della serata.

Veniamo ora alla regia di Leo Nucci, ripresa da Salvo Piro. È una regia impreziosita dalla ricerca di particolari che spiegano l’azione: ad esempio viene evidenziato che Riccardo non è uno sprovveduto e che si muove con una guardia del corpo. Viene messo un dubbio sul suo rapporto con Oscar in quanto entra in scena col paggio, uscendo entrambi dalla stessa camera.

Regia che dimostra la perfetta conoscenza della partitura e delle indicazioni lì scritte dal compositore.

Le scene di Carlo Centolavigna sono stupende: il salone del ballo finale è magnifico. Tanti sono i particolari che meriterebbero venir citati: ad esempio, il fuoco sotto il pentolone di Ulrica, il veliero che si intravede alle spalle dell’antro di Ulrica, il camino acceso nello studio di Riccardo, la scala della casa di Renato.

I costumi di Artemio Cabassi sono sempre di foggia e realizzazione raffinatissima Claudio Schmid sottolinea il tempo dell’opera, dal pomeriggio alla notte, allo splendore della festa da ballo attraverso l’uso sapiente delle luci.

Complimenti al Teatro Carlo Felice per aver saputo puntare anche su nomi poco conosciuti nei ruoli principali e per aver recuperato questo spettacolo, slittato dal 2020 ad oggi.