Anche la stagione lirica del Regio di Parma giunge al termine e nell'anno pucciniano non poteva mancare un capolavoro del maestro: Tosca
L'allestimento è quello del 1999 da un'idea di Alberto Fassini e con la regia di Joseph Franconi Lee. Uno spettacolo fedelissimo al libretto, minimalista, tutto giocato sul bianco e nero, con qualche esplosione di colore. Le scene e i costumi di William Orlandi sono un convincente connubio tra eleganza e funzionalità. La lunga scalinata circoscrive l'ambiente, caratterizzato nel primo atto dell'enorme ritratto della Maddalena e dalla cupola in controluce che crea una visione pittorica, nel secondo atto dalla riproduzione della crocifissione di San Pietro di Guido Reni e nel terzo atto dalla statua di Castel Sant'Angelo. Di notevole impatto anche le luci di Andrea Borelli.
Alla guida dell'orchestra filarmonica Toscanini c'era Daniel Oren. Il direttore nel suo repertorio prediletto riesce a cogliere ogni singola sfumatura della moderna partitura pucciniana. Una gamma di colori affascinanti, un gioco di dinamiche sempre equilibrato. Si mette in risalto sia le dissonanze quasi espressioniste, sia la dolcezza e la cantabilità delle melodie. Pregevoli certi pianissimi con il tappeto degli archi e la potenza degli ottoni con gli altri fiati. Oren è un mattatore che accompagna i suoi gesti con i consueti versi, sempre attento a seguire con cura le voci, che non vengono mai sovrastate.
Il coro del teatro regio preparato con grande professionalità da Martino Faggiani dimostra di essere un gioiello che brilla di maestosità nel Te deum del primo atto. Preciso anche il coro di voci bianche diretto da Massimo Fiocchi Malaspina, compreso il valido pastorello di Sofia Bucaram.
Il cast vocale nelle prime due recite ha subito dei cambiamenti causa varie indisposizioni.
Nel ruolo di Tosca troviamo Erika Grimaldi (al posto della prevista Anastasia Bartoli) che conferma di essere pienamente a suo agio con le eroine di Puccini, dopo il successo della Manon Lescaut a Bologna. Il soprano possiede una tecnica salda che le permette di gestire bene la propria voce, senza oscillazioni rischiose e con gli acuti ben saldi. L'interpretazione è appassionante e trova nel "Vissi d'arte" il momento più alto, salutato da lunghi applausi e ricambiato con un generoso bis.
Brian Jadge, colpito da una fastidiosa tracheite, viene annunciato non ancora in piena forma. Nonostante tutto il suo Cavaradossi mostra potenza e slancio, con un volume vocale veramente importante. Inizia bene con una convincente "Recondita armonia". Invece la romanza "E lucevan le stelle" risente più della stanchezza e di un fraseggio che ancora deve essere affinato, per rendere la frase "O dolci baci e languide carezze” con le giuste mezzevoci.
Assente da sei anni dal teatro parmigiano, Luca Salsi ci ritorna da vincitore. Scarpia è sicuramente una delle sue interpretazioni migliori. Il baritono tratteggia il personaggio con grande foga e ghigno beffardo. Il timbro è pastoso, potente, squillante, ben proiettato e ogni singola parola viene sviscerata e infilzata come lama tagliente. Il duetto con Tosca al secondo atto è una vera lezione di teatro, recitata in maniera impeccabile.
Molto bene il profondo Cesare Angelotti di Luciano Leoni, il sagrestano spassoso del valido Roberto Abbondanza e il limpido Spoletta di Marcello Nardis. Completavano il cast Eugenio Maria Degiacomi (Sciarrone/Gendarme) e Lucio Di Giovanni (Un carceriere).
Teatro sold out e tantissimi applausi, specialmente per Salsi e Grimaldi. Trionfo per il maestro Oren che ha festeggiato il suo compleanno con l'abbraccio del cast e con l'affetto del pubblico.
Marco Sonaglia
(Teatro Regio Parma 25 maggio 2024)