
Il terzo titolo della stagione di opera al Teatro Regio di Parma è La Bohème, opera molto amata di Giacomo Puccini e assente da otto anni in cartellone
Il nuovo allestimento in coproduzione con OperaLombardia e i Teatri di Reggio Emilia è il progetto vincitore del bando rivolto a team creativi under 35 per promuovere la professionalità e creatività di giovani artiste e artisti e stimolare un approccio progettuale che valorizzi i temi di accessibilità e sostenibilità, realizzato dal Circuito di OperaLombardia, in collaborazione con Opera Europa, con il sostegno di Ministero della Cultura.
La regia e i costumi sono di Maria Luisa Bafunno. In apertura di sipario troviamo un attore che interpreta Rodolfo anziano, che apre la scatola di latta, fatta di ricordi e oggetti che rappresenta il periodo felice della sua giovinezza come la cuffietta rosa, un quaderno di poesie, una candela profumata, una fotografia sbiadita. Un vero viaggio nel tempo che lo riporta alla "Bella età di inganni e di utopie". Anche la grande scatola scenica ben realizzata da Eleonora Peronetti si apre e diventa il cuore pulsante della narrazione, un confine sottile tra passato e presente, tra memoria e realtà. Gli spazi interni sono abbozzati, come ricordi sbiaditi dal tempo. Nel primo quadro troviamo la soffitta che è un misto tra laboratorio, studio e loft. Nel secondo quadro il quartiere latino con la scritta luminosa del Momus ricco di colori, di piume, di pailettes, con le coreografie di Emanuele Rosa e ben illuminato dalla maestria di Gianni Bertoli. Terzo quadro al gelido e spoglio cancello della dogana della Barriera d'Enfer e il quarto quadro con la soffitta sempre più dismessa, con una neve delicata che ricopre gli amanti. I costumi rappresentano degli archetipi del nostro tempo, che vivono il presente con le sue contraddizioni. Marcello è uno street artist, Musetta un'aspirante ballerina influencer, Colline uno studente di filosofia impegnato in un collettivo ambientalista (ha una t-shirt con la scritta "The future Is now" e un giubbetto giallo che ricorda quello di Greta Thunberg), Schaunard un violinista che sogna di esibirsi come drag queen.
Il giovanissimo direttore Riccardo Bisatti ha guidato l'Orchestra Filarmonica di Parma con sicurezza, cercando le sfumature agogiche e le dinamiche. Bello il tessuto orchestrale che oscilla tra potenza, intensità e dolci armonie. Una direzione più attenta al suono, che al controllo delle voci, ma comunque nel complesso efficace. Apprezzabili gli interventi della
Banda degli allievi del Conservatorio Peri-Merulo. Sempre impeccabile il Coro del Teatro Regio di Parma diretto dalla consueta professionalità di Martino Faggiani, bene anche il Coro Voci Bianche del Teatro Regio di Parma diretto da Massimo Fiocchi Malaspina.
Nel ruolo della protagonista c'era il soprano Roberta Mantegna che, dopo un inizio tiepido con l'aria "Si mi chiamano Mimì", nel terzo quadro con "Donde lieta uscì" raggiunge vette di grande bellezza, fino ad arrivare all'intensa "Sono andati? Fingevo di dormire". La voce ha un'emissione morbida, ricca di armonici e con buoni colori. Anche scenicamente porge il giusto abbandono sentimentale al suo personaggio.
Atalla Ayan è stato un ottimo Rodolfo. Il tenore brasiliano ha un timbro affascinante, dal colore limpido, con acuti facili, svettanti e armoniosi. Una voce capace anche di piegarsi
a mezzevoci, con un fraseggio sempre scrupoloso. Ben centrato il do nell'aria "Che gelida manina", appassionante il duetto "O soave fanciulla" e le urla strazianti di dolore nel drammatico finale.
Maria Novella Malfatti interpreta Musetta in maniera brillante, sia vocalmente che scenicamente. Provocante al punto giusto il riuscito valzer "Quando men vo". Alessandro Luongo è un Marcello dalla voce sicura, pastosa, omogenea e ben proiettata. Bene anche il Colline di Aleksei Culagin che esegue correttamente "Vecchia zimarra" e il robusto Schaunard di Roberto Lorenzi. Nel doppio ruolo di Benoît e Alcindoro si è ben distinto Eugenio Maria De Giacomi. A completare il cast c'era lo squillante Parpignol di Francesco Congiu e i validi Angelo Lodetti (Un sergente di doganieri), Matteo Mazzoli (un doganiere), Matteo Monni (Un venditore ambulante).
Teatro sold out per una serata di gala con la consueta sfilata di vestiti eleganti. Pubblico molto caloroso che ha festeggiato i cantanti e in alcuni momenti ha applaudito precipitosamente, interrompendo, anche solo per poco, la magia della musica.
Marco Sonaglia (Teatro Regio-Parma 4 aprile 2025)