Recensioni - Opera

Pesaro: Stellare Viaggio a Reims nel ricordo di Abbado

Convincono cast e direzione

Il 18 agosto 1984 al Rossini Opera Festival veniva riscoperto "Il viaggio a Reims". Un'edizione storica con la direzione d'orchestra di Claudio Abbado, la regia di Luca Ronconi e la scenografia di Gae Aulenti. Un cast vocale sublime con Cecilia Gasdia, Lucia Valentini Terrani, Lella Cuberli, Katia Ricciarelli, Samuel Ramey, Ruggero Raimondi, Enzo Dara e Leo Nucci, Bernadette Manca di Nissa, William Matteuzzi e Giorgio Surjan.

Quarant'anni dopo lo stesso festival omaggia Abbado con una sola recita a forma di concerto e un'accurata scelta degli interpreti.

Diego Matheuz dirige con grande sicurezza l'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. Il suono è fluido e luminoso, i tempi sono sempre equilibrati e le voci vengono sostenute con il giusto equilibrio. Brilla in modo particolare la sezione fiati, tra cui citiamo il flauto solista di Giampaolo Pretto, come fondamentale è stata l'arpa di Margherita Bassani. L'accompagnamento al fortepiano era di Alessandro Benigni. Il coro del teatro del Ventidio Basso diretto da Giovanni Farina ha sostenuto correttamente i suoi interventi, anche se in alcuni momenti è risultato poco incisivo.

Il ricchissimo cast ha brillato per bellezza, a cominciare dalla Corinna di Vasilisa Berzhanskaya. Un canto ben levigato sugli acuti, sulle mezzevoci e sulle agilità. Pregevoli le strofe d'improvviso "All'ombra amena" risolte con grande gusto. Bene anche la Marchesa Melibea di Maria Barakova, che esegue con sicurezza e con un timbro molto chiaro la Polacca “Ai prodi guerrieri".

Era atteso il debutto di Jessica Pratt nel ruolo della Contessa di Folleville, che non ha lasciato dubbi. Del soprano australiano possiamo solo parlarne bene e sottolineare la sua grande classe belcantista. Voce solida, acuti svettanti, cristallini e fluidità nelle fioriture. L'Aria "Partir, o ciel! Desio" riceve meritatamente una cascata di applausi.

A suo agio anche Karine Deshayes come Madama Cortese. Convincenti sia la cavatina “Di vaghi raggi adorno”, che la tirolese "Più vivace e più fecondo". Jack Swanson è un solare e delicato Cavalier Belfiore, invece Dmitry Korchak è un solido e possente Conte di Libenskof come dimostra nell'inno russo "Onor, gloria ed alto omaggio", ma che non disdegna di trovare interessanti sfumature e mezzevoci.

Il Lord Sidney di Michael Mofidian si distingue per una voce sicura dal timbro bronzeo e dal buon volume. Notevole la scena ed aria "Invan strappar dal core”, bene la canzone inglese "Del grand'Enrico". Particolarmente riuscito il brillante Don Profondo di Erwin Schrott. L'aria "Medaglie incomparabili" ha la giusta presa teatrale ben evidenziata nella fantasia degli accenti che diversificano il succedersi delle strofe.

Per il Barone di Tronbonok, Nicola Alaimo conferma la consueta morbidezza nel canto, l'attenzione alla parola e la verve comica. Preciso l'inno tedesco "Or che regna tra le genti". Elegante, impeccabile, ispirato il Don Alvaro di Vito Priante, come si evince nella canzone spagnola "Omaggio all'augusto". Variegato e corretto il resto della compagnia con Alejandro Baliñas (Don Prudenzio), Tianxuefei Sun (Don Luigino),
Paola Leguizamón (Delia), Martiniana Antonie (Maddalena), Vittoriana De Amicis (Modestina), Jorge Juan Morata (Zefirino / Gelsomino) e Nicolò Donini (Antonio).

A fine recita successo travolgente per tutto il cast. Si chiude così un'edizione particolarmente ricca del Rof. Arrivederci al 2025 con due nuove produzioni ("Zelmira" e "L'Italiana in Algeri") e una ripresa de "Il turco in Italia".

Marco Sonaglia (23 agosto 2024)