Recensioni - Opera

Peter Grimes: debutto a pieni voti al Comunale

Un’edizione da ricordare del capolavoro di Britten per la prima volta in scena a Bologna

Il borgo è chiuso, austero, spento nei colori. Il nero e grigio degli abiti e il marrone degli edifici in legno, ravvivato solo dal rosso e verde delle sgargianti insegne della taverna del Cinghiale e della farmacia di Ned Keene, rappresentano la monotonia della vita quotidiana. Solo Peter Grimes, il diverso, spicca per il suo maglione bianco, il colore della purezza, sicuramente regalatogli da Ellen Orford, visto che è uguale in tutto e per tutto a quello che lei intreccerà per il giovane aiutante. Perché Ellen al contrario degli altri, grigi e miopi, vede del buono in Peter e fino all’ultimo cercherà di reinserirlo e farlo accettare dalla comunità.

 

Una regia semplice, lineare ma visivamente molto efficace quella che Cesare Lievi, affiancato da Csaba Antal nelle scene e Marina Luxardo nei costumi, aveva firmato alcuni anni fa per i teatri di Modena, Ferrara e Ravenna e che è stata ripresa al Teatro Comunale per la prima assoluta a Bologna del capolavoro di Benjamin Britten.La recitazione dei singoli è molto curata, ogni figura è caratterizzata nel fisico e nella gestualità, in contrapposizione con il coro, forse il vero protagonista dell’opera, che si mostra sempre compatto, monolitico, quasi fosse un’unica ed inquietante figura proteiforme sempre pronta ad aggredire chi non si uniforma alle ipocrite regole del borgo.

 

A questa grande attenzione per l’aspetto teatrale ha corrisposto un’esecuzione musicale di rara bellezza che ha visto in Jurai Valčuha il vero trionfatore della serata. Peter Grimes è opera dal grande respiro sinfonico ed in questa edizione in cui, per esigenze sceniche, tutti gli interludi sono stati eseguiti a sipario calato, questo aspetto è stato ulteriormente enfatizzato. Il giovane direttore boemo ha dato della partitura una lettura tanto coerente e coinvolgente quanto rifinita nel dettaglio, toccando la corda emotiva di ogni scena e di ogni singolo personaggio.
Nel caratterizzare il coro Valčuha ne rende perfettamente l’ostilità e la  ferocia che hanno nello schianto  dei “Peter Grimes” che chiudono la prima scena del terzo atto il loro climax, per poi farlo ricadere nel torpore assopito della quotidianità con cui si chiude l’opera. Altrove il lavoro di concertazione contribuisce a cesellare dei momenti di grande intensità, quali ad esempio il quartetto “From the gutter” o l’aria del ricamo o ancora il duetto Ellen-Grimes che chiude il prologo.
L’orchestra del Comunale, in forma smagliante, asseconda perfettamente quanto le viene chiesto dal podio fornendo una prova impeccabile per compattezza e ricchezza di colori.

Positiva senza riserve anche la prova dei singoli interpreti, sia dal punto di vista vocale che da quello recitativo, a partire da Ian Storey, un Peter Grimes dalla voce ruvida, che sente il peso dei Tristani trascorsi, ma che riesce a  delineare un protagonista assolutamente credibile e attento alle finezze musicali che arrivano dal golfo mistico.
Charlotte-Anne Shipley è un’Ellen dal timbro lirico e luminoso, che intona un’aria del ricamo di struggente bellezza. Mark S. Doss è un Balstrode aspro, duro, dal timbro a volte spigoloso, ma estremamente credibile nei suoi slanci di umanità. Sia John Molloy (Swallow) che Maurizio Leoni (Keene) si distinguono per la voce ben timbrata e per la spocchiosa doppiezza delle loro figure, mentre Paolo Antognetti è un Boles incisivo nelle sue requisitorie.
Gabriella Sborgi si immedesima bene nel disincanto del personaggio di Auntie, affiancata dalle nipotine di Chiara Notarnicola e Sandra Pastrana, più a fuoco scenicamente che vocalmente. Kamelia Kader lascia il segno nel ruolo della pettegola Sedley  mentre Saverio Bambi è un efficace Reverendo Adams.
Completano il cast il solido Hobson di Luca Gallo e il puntuale Crabbe di Amos Colzani.

Accoglienza trionfale da parte del pubblico del Comunale che, vinta la diffidenza nei confronti del titolo desueto, ha potuto godere di una serata di grandissimo teatro musicale.

Davide Cornacchione 20 maggio 2017