Recensioni - Opera

ROLAND PETIT TORNA A PARMA CON COPPELIA

L’Aalto Ballett Theatre Essen ha inaugurato ParmaDanza 2010

Anche quest’anno la programmazione dedicata alla danza del Teatro Regio di Parma ha aperto con uno spettacolo godibilissimo e di altissimo livello: la Coppelia di Roland Petit.
Diversamente dalla maggioranza dei titoli tradizionali, questo balletto non prende il nome dai protagonisti che si chiamano invece Swanida, Franz e Coppelius, ma da un “personaggio” inesistente, la bambola Coppelia appunto.
 

Coppelia debuttò nel 1870 a Parigi alla presenza di Napoleone III e dell’imperatrice Eugenia e fu un successo immediato per una serie di fattori ben congegnati.
La musica di Delibes innanzitutto è molto bella e ben orchestrata e infatti unanimemente dalla critica non venne considerata “musica da balletto” come quella di Minkus. Inoltre è molto varia di ritmi diversi che vanno dalla mazurka, alla czarda, fino al bolero e al giga senza dimenticare i ritmi tradizionali come i walzer.
Coppelia dà il via ad una lunga tradizione che porta in scena bambole, automi e marionette come La fata delle bambole, La bottega fantastica, Lo schiaccianoci e Petrushka.
La storia racconta di Franz, il fidanzato di Swanilda, che viene attratto da una misteriosa ragazza che legge seduta sul balcone di Coppelius e il ragazzo desidera conoscerla. Swanilda, curiosa di sapere qualcosa di più sulla sua rivale, entra in casa di Coppelius e, scoprendo l’inganno, si sostituisce alla bambola e si prende gioco del vecchio inventore. Questo però le permetterà di trarre in salvo il povero Franz che invece cade vittima degli esperimenti di Coppelius che vuole infondere l’anima di Franz nel corpo del manichino. La vicenda termina poi con il lieto fine e le nozze dei due giovani.
La versione di Roland Petit cambia alcune cose rispetto alla versione tradizionale, ma mantiene sostanzialmente intatto il plot. La vicenda non è ambientata sulla piazza di un villaggio, ma in una cittadina di guarnigione e i contadini vengono sostituiti con i soldati; il ruolo di Coppelius, danzato dallo stesso Petit al debutto, non è più quello di un vecchio inventore pazzo, ma di un dandy seducente che beve champagne e balla il walzer con la sua bambola: forse il più significativo cambiamento sta proprio nell’aver spostato il valzer di chiusura del primo atto a metà del secondo. Infine  Petit fa danzare tutte le variazioni del secondo atto, che nella tradizione spettano ai diversi automi, a Swanilda introducendo passaggi difficilissimi e molto veloci.
Adeline Pastor nel ruolo di Swanida è stata a dir poco fenomenale e senza la tecnica cubana nelle gambe difficilmente avrebbe potuto interpretare così bene questo ruolo: è stata in scena praticamente dall’inizio alla fine dello spettacolo e non si è risparmiata in nulla. Più di una volta abbiamo potuto ammirare fino a cinque pirouettes, equilibri perfetti e tenuti al limite della musica uniti ad un’interpretazione eccellente. Breno Brittencourt è stato suo patner nel ruolo di Franz: certamente non è stato meno bravo, ma il ruolo, che in origine veniva interpretato da una donna, non gli ha offerto grandi possibilità di esibire tutte le sue doti.
Il ruolo di Coppelius è stato ricoperto da Tomas Ottych che è apparto un po’ freddo e poco comunicativo. Tutto il corpo di ballo dell’Aalto Ballet  Theater di Essen è stato all’altezza del compito assegnato, in particolare particolarmente tecniche sono state le sei danzatrici nel ruolo delle amiche di Swanila: unico neo, la differenza di altezza fisica tra le ballerine che talvolta  davano senso di disordine.
Come sempre l’allestimento di Ezio Frigerio ha contribuito a creare un’atmosfera intrigante e raffinata.

Sonia Baccinelli 7 maggio 2010