Recensioni - Opera

Raffa in The sky: fantaopera che piace e convince

Quattro date in prima nazionale da tutto esaurito, lunghi e calorosi gli applausi del pubblico, accorso da ogni dove, per l'opera lirica ispirata alla vita e alla musica di Raffaella Carrà.

Apparsa subito un'idea bizzarra quanto originale dedicare alla Carrà un'opera nuova da presentare nel tempio della lirica. Probabilmente l'ideatore dell'operazione, il regista Francesco Micheli avrà tenuto conto del decisivo rilancio della notorietà della popolare soubrette italiana scomparsa qualche anno fa, dalla canzone remixata da Bob Sinclair "A fare l'amore comincia tu" nel film di Sorrentino (2013) alla sigla per pubblicizzare la nuova edizione di XFactor con il brano "Rumore", il tutto a dimostrare che che la Raffa nazionale, ancora oggi, non è affatto uscita dai radar. Anzi. Se le sue canzoni sono un punto di forza per una buona riuscita del progetto, prevedibile la diffidenza di chi ama Verdi, Puccini, Mozart, Donizetti ecc.ecc...

Da considerare anche l'oggettiva difficoltà di trasformare in un credibile soggetto operistico le trasmissioni e le canzoni della Carrà. Però, a tutt'oggi, i mugugni dei melomani pare tutto sommato siano rimasti confinati nei loro salotti e, probabilmente lì, resteranno. Per quanto riguarda l'altro aspetto, i due librettisti incaricati Renata Ciaravino e Alberto Mattioli hanno pensato un'intelaiatura drammaturgica funzionale , scrivendo un testo con versi ricchi di rime e ottonari a mo' di filastrocca dando gradevole leggerezza al tutto.

RAFFA IN THE SKI è una fantaopera ibrida, due atti (2 ore più intervallo di 25 minuti) e l'elemento di forza è la provenienza aliena di Raffaella. Siamo nel 1943 (anno di nascita) e le bombe della seconda guerra mondiale esplodono nel cielo. Dietro la luna, ben nascosto, il pianeta dell'arte, ARKADIA, dove vivono spiriti immortali, artisti mandati poi sulla terra per ispirare bellezza e armonia. Ma i tentativi eseguiti fino ad ora risultano vani, sul pianeta terra sempre brutalità, sangue e orrore. Servirebbe un cambiamento, gridano gli alieni.... E se mandassimo una donna ??? Così, Raffaella Carrà viene mandata in missione per portare Peace and Love sulla terra.

La drammaturgia si sviluppa su tre livelli: gli extraterrestri, una coppia tipica del sud in crisi coniugale e teledipendente a cavallo tra gli anni '70 - '90 e la carismatica protagonista Raffaella Carrà. Il re d'Arkadia ( tenore Dave Monaco) si chiama Apollo XI, chiaro riferimento alla classica divinità e alla missione spaziale che portò l'uomo sulla luna. La coppia terrestre, Carmela (soprano Carmela Remigio) e Vito (baritono Haris Andrianos) vivono inesorabilmente la monotonia del quotidiano, soggiogati dal piccolo schermo in una casa senza libri, con un figlio adolescente, Luca (mezzo soprano Gaia Petrone) alle prese con la difficoltà del coming out. Raffaella Carrà, invece, è una ballerina -cantante pop ( Chiara Dello Iacovo) che alla fine dell'opera rinnegherà le proprie origini aliene e sceglierà di restare sulla terra come una donna qualunque e mortale.

In un arco temporale dal 1943 al 2019 la famiglia italiana immigrata dal sud, attraverso l'esempio garbato di Raffaella crescerà , cambierà portando una più consapevole maturità verso se stessi. Un ritratto e una riflessione sull'Italia di ieri e di oggi, sulle censure del passato che oggi fanno sorridere. Uno spettacolo che diverte ma fa molto riflettere, anche commuovere, all'uscita di scena, con un velo di malinconia, della grande soubrette.

Il libretto è costruito con sapienza drammaturgica, sia nell'equilibrio dell'articolarsi delle scene, sia nel dispiegarsi dell'azione, degna di nota la sottile ironia che lo pervade. La qualità musicale è notevole e teatralmente efficace grazie a Carlo Boccadoro direttore d'orchestra di bravi strumentisti membri dell'Orchestra Donizetti Opera e Sentieri selvaggi. La resa del coro "I piccoli musiciI" di Casazza la ciliegina sulla torta. Accattivante la Musica del maestro Lamberto Curtoni.

Molto bravi i cantanti, professionisti del melodramma: su tutti spicca Carmela Remigio, credibile vocalmente e sulla scena. Idem Dave Monaco, schietta pasta tenorile. Gaia Petrone perfetta nel doppio personaggio. Roberto Lorenzi e Haris Andrianos , due vocalità gradevoli e misurate. Scenografia Edoardo Sanchi,  Light designer Alessandro Andreoli, Costumi  Alessio Rosati.

Spettacolo gradevole, meritevole di visione anche senza essere fans di Raffaella Carrà. Si percepisce l'impegno di dare il massimo, la voglia e la forza di crederci da parte di tutti.  E il risultato è davvero ottimo.
Se il personaggio di Raffaella Carrà è immortale, RAFFA IN THE SKI è imperdibile.