Recensioni - Opera

Rancori di una famiglia perbene

“Il ritorno” di Sergio Pierattini, ritratto di una famiglia lacerata, in scena al Teatro Sociale

Nonostante la realtà attuale sia tutt’altro che favorevole (scarsità di teatri, poche compagnie, relativo disinteresse da parte del pubblico) la drammaturgia contemporanea italiana riesce ancora ad avere un suo canale di diffusione, anche se spesso ai limiti della clandestinità.
Accade poi, caso ancora più raro, che alcuni testi sopravvivano al loro debutto e magari vengano riproposti  in più stagioni consecutive. È il caso questo dell’ottimo dramma dal titolo “Il ritorno” scritto da Sergio Pierattini che, dopo i successi ottenuti nel 2008 è stato presentato al Teatro Sociale all’interno della stagione Altri Percorsi.
 

Il ritorno cui si fa riferimento è quello di una ragazza, interpretata da un’intensa Arianna Scommegna che, uscita dal carcere dove si trovava per aver ucciso il proprio compagno, un marocchino, torna a fare visita alla sua famiglia in un paese del bergamasco. Come spesso accade però, le mura domestiche, anziché essere luogo di rifugio, si rivelano un crogiolo di tensioni e rancori che esplodono violentemente.
Dal giorno del’omicidio la vita è cambiata per tutti: la madre (l’ottima Milvia Marigliano) scarica la sua ossessiva logorrea sia contro gli extracomunitari sia contro il figlio (efficacemente interpretato da Alex Cendron) che a detta di lei è un inetto mentre in realtà lui sta cercando di superare la propria rabbia per riscattarsi e non  cristallizzarsi nel dolore. Completa il quadro lo stralunato padre di Renato Sarti, che si è ormai rifugiato in un mondo di ricordi, nel quale parla con i morti, rinunciando a qualunque contatto con la realtà.
In poco più di un’ora Pierattini tratteggia in maniera lucidissima l’intricata situazione di rapporti familiari e di affetti che si è venuta a creare in seguito all’evento luttuoso, ed in modo altrettanto efficace la regista Veronica Cruciani costruisce uno spettacolo scabro ed essenziale grazie anche all’apporto di un quartetto di attori estremamente affiatato.
Il pubblico del Sociale, in buona parte costituito da scolaresche, ha risposto al termine con applausi convinti e ripetute chiamate alla ribalta dei protagonisti.

Davide Cornacchione 21/12/2011