Ottimo il cast vocale
Roberto Devereux a Napoli. Regia e ambientazione contemporanea. Una stanza d’albergo, precisamente una camera da letto di lusso, ovviamente è la camera della regina d’Inghilterra. Un andirivieni di persone senza controllo, con la regina che si sistema il letto per poi tirare il cuscino contro la porta quando si arrabbia. Passiamo alla scena del giudizio: una stanza buia con intorno sedie ben disposte e una porta sul fondo. Questa è la scena in cui la regina attende l’esito della condanna. Sara legata a una sedia che tenta di liberarsi con le bambine che giocano con un trenino.
Nella scena finale scendono d’alto le pareti illuminate dell’albergo precedente a coprire la scena buia, al centro uno sgabello imbottito sul quale la regina appoggia la corona, unico simbolo regale di tutta l’opera. Queste le scene di questa produzione, con i costumi ovviamente moderni, nessun gioco di luce. La fantasia umana non ha limiti. A livello registico resta poco curato l’aspetto umano della vicenda, nessuna attenzione a rendere palesi le forti emozioni che i protagonisti provano durante l’opera.
Il team registico era composto dal regista Jetske Mijnssen, le scene erano di Ben Baur, le luci di Cor Van Den Brink, i costumi di Klaus Bruns, drammaturgia di Luc Joosten.
Non è vero che ci si abitua a tutto. Infatti il pubblico ha “buato” la regia alla prima. I napoletani hanno forse subodorato e la sala era piena per tre quarti.
Fortunatamente l’aspetto musicale era ben curato.
Iniziamo dal Maestro Riccardo Frizza che nel prossimo cartellone dirigerà ben cinque titoli a Napoli. Sempre attenta la sua concertazione, perfetta simbiosi tra orchestra e palcoscenico, direzione pulita e senza fronzoli. Da grande conoscitore ed esperto dei “colori donizettiani” ci ha donato la musicalità e la bellezza di quest’opera poco rappresentata. Perfetto il suono dell’orchestra del Teatro San Carlo e gli interventi del Coro del Teatro, diretto dal maestro Fabrizio Cassi. Il coro merita una menzione in più in quanto ha cantato con la morte nel cuore, non è un eufemismo, ieri è mancato un componente del coro, dimostrando professionalità e grande personalità.
Veniamo ai protagonisti, tutti all’altezza dei rispettivi ruoli.
Roberta Mantenga ha cantato il ruolo di Elisabetta: ha sopperito alla mancanza registica con la sua personalità e ha tratteggiato una regina con tutti i passaggi emozionali. Perfetta negli acuti e nel fraseggio, ottimi i recitativi e i pianissimi. Una grande interpretazione la sua e un nuovo personaggio da aggiungere ai suoi ruoli.
Annalisa Stroppa era Sara: stupenda la sua interpretazione del personaggio con un canto sempre limpido e pulito. Perfetta sia scenicamente che vocalmente.
Nicola Alaimo era Lord duca di Nottingham. Molto bravo nella prima parte, ha accusato un poco di stanchezza nella seconda parte. Molto partecipe nella scena in cui difende l’amico Roberto e nei duetti con Roberto e Sara.
Ismael Jordi era Roberto Devereux. Chiamato a sostituire il suo collega, è un cantante esperto nei ruoli donizettiani. Qualcuno l’ha trovato leggero per la parte, a mio avviso ha tratteggiato nel modo giusto il personaggio con recitativi perfetti, voce calda, acuti ben tenuti. Insomma il tenore perfetto per il ruolo.
Di buon livello tutti gli altri comprimari, a cominciare da Enrico Casari come Lord Cecil, Mariano Buccino come Sir Gualtiero Raleigh, Giacomo Mercaldo come Un Cavaliere e Ciro Giordano Orsini come Un famigliare di Nottingham.
Applausi per tutti alla fine dello spettacolo, con maggior slancio per Annalisa Stroppa e qualche dissenso, che non ho capito, per il Maestro Frizza.