Recensioni - Opera

Roberto Bolle Romeo d’eccellenza nella Verona di Giulietta

Aplauditissimo il gala che ha visto protagonista il celebre ballerino all’Arena di Verona

Mercoledì 22 luglio Roberto Bolle è ritornato a Verona a deliziarci con un altro strepitoso gala. Dieci pezzi in tutto che hanno illuminato i gli occhi degli spettatori di tutte le età. L’Arena era affollatissima, come  sempre in questa occasione e Bolle ha aperto la serata con il passo a due dello Schiavo e dalla Civiltà tratto dall’Excelsior che sta andando in scena anche in questi giorni alla Scala di Milano. Il balletto, coreografato da Ugo Dell’Ara,  è stato danzato in maniera tecnicamente impeccabile da Nicoletta Manni, anche se la sua interpretazione è risultata un po’ fredda in confronto a quella di Carla Fracci che era un’attrice stupenda. Bella per entrambi la coda del passo a due con i fouettes tripli di lei e i giri con la gamba alla seconda di lui.

Tryst, iniziato con delle suggestive luci di taglio, è stato danzato da una splendida Melissa Hamilton che ha la capacità di far vedere a decine di metri di distanza l’articolazione del metatarso nel passaggio dalla mezza punta alla punta. I corpi si avviluppano in un gioco senza fine e l’iperestensione delle gambe si confonde tra quella delle braccia e la flessibilità del tronco.
Il passo a due del terzo atto del Don Chisciotte danzato da Maria Kochetkova e Joan Boada ha infuocato gli animi con prese en l’air in developpes alla seconda quasi oltre i 180 gradi e tenuti saldamente fino all’ultima nota. Peccato che non siano state fatte le variazioni e che la coda fosse con un manege di piquet, anziché coi canonici trentadue fouettes.
Bello e ben interpretato il pezzo coreografato da David Dawson in un gioco di linee circolari che non finiscono mai e che fluiscono senza sosta nei corpi scolpiti dei ballerini.
A chiusura del primo tempo Roberto Bolle e Melissa Hamilton ci hanno regalato una delle interpretazioni più toccanti della storia del balletto. La scena del balcone di Romeo e Giulietta, nella ancora insuperata coreografia di MacMillan, è stata a dir poco sublime. Giulietta appare nel buio a metà della cavea di pietra, mentre Romeo si avvicina dal basso. L’incontro tra i due amanti è senza tempo e senza età: la fluidità del gesto, l’armonia delle forme e la perfezione della danza diventano un tutt’uno. Entrambi i ballerini hanno brillato per l’eccellenza tecnica: lei è stata di una leggerezza impalpabile e il suo cambrè indietro al limite dell’umano; lui ha la classe del nobiluomo delle favole e la dolcezza dell’uomo innamorato. L’affiatamento che ha contraddistinto questo passo a due si è visto in ogni respiro.
Il secondo tempo ha aperto con Delibes Suite, un altro pas de deux molto armonioso danzato da Anna Tsygankova e Matthew Goldin. Entrambe le variazioni coreografate da José Martinez presentavano una serie di passi legati tra loro in maniera piuttosto inusuale, ma eseguiti alla perfezione. Un cameo la coda di giri in attitude di Goldin.
A seguire Opus 100, passo a due maschile su musica di Simon & Garfunkel. Roberto Bolle e Alexandre Riabko hanno danzato con la versatilità che appartiene solo ai fuori classe, questo difficile pezzo di Neumeier; l’altezza dei loro corpi pareva perfetta per creare la prospettiva necessaria alla plasticità della scena.
In Qualia il ritmo delle percussioni scandiva i movimenti dei due fisici così contrastanti di Melissa Hamilton ed Eric Underwood: diafana lei e scolpito nell’ebano lui, con passaggi al limite del contorsionismo.
Voices of Sping di Ashton è stato reso ancor più suggestivo dall’alitare del vento che faceva danzare anche i petali di fiori rosa sparsi sul palcoscenico sulle celebri note del walzer di Strauss. Romanticissimi ed impalpabili i lift in entrata e in uscita.
La serata si è chiusa con un pas de trois maschile interpretato da Roberto Bolle, Jiři e Otto Bubníček. Da notare che la coreografia e anche una parte della musica sono state composte dagli stessi Jiři e Otto Bubníček. Semplice, ma di grande effetto l’inizio, coi danzatori a proscenio girati di spalle al pubblico che camminano verso i tre fari collocati sul fondo del palco e puntati verso di loro ritagliandone la siluette. Apprezzate tutte le variazioni dei singoli, applaudite da un pubblico molto caloroso e che certamente già pregusta le sorprese per il prossimo anno.

Sonia Baccinelli 22 luglio 2015