Un ricordo del grande baritono in un Gianni Schicchi piacentino
La morte del grande baritono Rolando Panerai ha suscitato unanime cordoglio. Noi lo vogliamo ricordare con una memoria personale di molti anni fa. Correva l’anno 1992 e al Teatro Comunale di Piacenza davano un dittico insolito: “Il Signor bruschino” di Rossini, seguito dal “Gianni Schicchi” di Puccini.
Ai tempi, giovani e appassionati, il sottoscritto e il nostro infaticabile direttore, Davide Cornacchione, decidiamo di andare, più per la smania di completare al più presto la visione completa del repertorio operistico – le code per il loggione della Scala e del comunale di Bologna erano per noi pane quotidiano – che per interesse specifico alla serata. Inoltre a Piacenza i biglietti si trovavano facilmente, a prezzi accessibili e, diciamolo, senza code estenuanti. Non da ultimo una prozia del nostro direttore, la “Zia Vittorina”, abitava a non più di trecento metri dal teatro e aveva insistito per offrirci la cena, ovviamente prima dell’opera poiché lei andava a letto presto.
Dunque fin troppo sazi di tortelli di magro piacentini e di un indimenticabile “charlottino” alle pere ci avviamo al teatro municipale di Piacenza, stracolmo di appassionati come certe volte solo i teatri di provincia sanno essere, senza troppe aspettative. Non ho memoria alcuna del “Signor Bruschino” lo dico con sincerità. Dopo l’intervallo arriva dunque il pezzo forte, “Gianni Schicchi” in un allestimento assolutamente classico e, diciamolo pure, ai limiti del polveroso.
Fino a quando è entrato Rolando Panerai, allora sessantottenne, e la serata è diventata indimenticabile. Panerai era Gianni Schicchi nel senso che cantava come se recitasse, con una facilità e una presenza scenica che raramente ho rivisto negli anni successivi in un cantante lirico. Il fraseggio preciso, la comicità dilagante, la parola cantata che diventava comica poiché si capiva ogni sillaba senza bisogno di soprattitoli. Panerai ha letteralmente trascinato il cast per un Gianni Schicchi che è rimasto indimenticabile nella nostra memoria di giovanissimi melomani.
Rolando Panerai faceva la differenza e questa era la sua grandezza di cui gli saremo sempre debitori.
R. Malesci