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SERATA INAUGURALE FESTIVAL TENER-A-MENTE BATTE EUROPEI 3 A 0!

Numeroso pubblico allo spettacolo dedicato a Gabriele D’Annunzio interpretato da Sandro Laffranchini, Filippo Timi e Ugo Pagliai

Nonostante la finale degli Europei di calcio, la serata inaugurale del Festival del Vittoriale Tener-a-mente  è andata regolarmente in scena alle ore 20 di domenica 1 luglio e ha vinto. 
Ha vinto 3 a 0 perché tre sono gli attori che ci hanno deliziato con letture più o meno inedite del grande Vate. Si può non amare D’Annunzio, ma non si può negare che sia stato una figura di spicco nella storia e nella letteratura italiana. Controverso personaggio del suo tempo, D’Annunzio ci ha lasciato dei testi di rara bellezza. La sua ricerca della Parola è presente in tutta la sua vita e ne abbiamo avuto uno splendido esempio in questa serata che vuole essere un omaggio al “padrone di casa”.
 

La suggestione di essere ospiti del tenente colonnello nella sua dimora del Garda è giunta attraverso la presenza di una musa silenziosa, fornita di un cesto di melograni, che ha accompagnato il pubblico attraverso i giardini del Vittoriale ad ogni tappa prevista per le letture.
Tre sono state le tappe – tutte accompagnate e sottolineate dalla musica - che ci hanno permesso di percorrere un itinerario nelle passioni del Vate durante tutta la sua vita: tre attori di età differente e la scaletta delle letture  a sottolineare le tappe della vita dello stesso D’Annunzio.
Sandro Laffranchini ci introduce con il suo violoncello alla passione per la musica del nostro ospite, suonando, tra gli altri, un brano da lui composto in omaggio alla ricerca del nuovo che lo caratterizza. Questa ricerca risulta evidente nelle lettere che trattano di fotografia e di cinema, interpretate da Luca Marinelli, il più giovane dei tre attori coinvolti nell’evento, la cui inflessione spagnola nella pronuncia della “r” in alcuni tratti della lettura rende ancora più evidente la curiosità di D’Annunzio sui tecnicismi di questa “arte” e della sua estetica. E dove se non nelle Limonaie dei Giardini privati?
Filippo Timi ci accompagna per mano nella passione per il volo, dapprima acerba, poi dirompente e al servizio dell’attività militare culminante nel volo su Vienna e da “Forse che si forse che no” il precipitare sulla folla dell’aereo pilotato da Giulio. Interpretazione che ci lascia intravedere la tendenza omosessuale di D’Annunzio:  reale o lasciata credere magistralmente per far parlare di se? Poco importa, la voce e l’impeto di Timi ci coinvolge al punto tale da farci volare insieme al Maggiore, da farci sentire dei piloti arditi ed eroici, in Piazzetta Damata a pochi passi dall’aereo SVA.
Il periodo successivo alla delusione di Fiume. Chi se non il nostro grande Ugo Pagliai poteva interpretare le lettere  dove informava sulla volontà di prolungare il soggiorno in questo luogo meraviglioso,  e alcune riflessioni sul Garda visto dall’alto e dalla sua dimora.  Il ponte della Nave Puglia ci accoglie per questo ultimo incontro col Vate e dove sono di un’attualità schiacciante le parole “tutto il mondo affoga nella volgarità più limacciosa”. E’ davvero deceduto nel 1938?
Un video girato sulla Nave Puglia ci mostra un D’Annunzio in uniforme che intrattiene le sue ospiti con aneddoti e ascolta la musica suonata da un quartetto d’archi. Chiude la serata Sandro Laffranchini con una delle più belle suite di J.S. Bach.
Non amo particolarmente D’Annunzio, ma è senz’altro vero che nella sua perenne ricerca della Parola e dell’estetica è riuscito a “esprimere l’inesprimibile” e questa serata è riuscita a farmene apprezzare la capacità espressiva ed evocativa.

Valeria Bisoni 3 luglio 2012