Recensioni - Opera

Ogni favola è un gioco: La Cenerentola a Fermo

Secondo e ultimo titolo per la stagione del circuito lirico delle Marche. Dopo il successo della Tosca, arriva la Cenerentola di Gioacchino Rossini.

Un nuovo allestimento realizzato in collaborazione con il Rossini Opera Festival di Pesaro e l’Accademia musicale “Bernardo De Muro” di Tempio Pausania.

La regia di Matteo Anselmi è tutta incentrata sul lato favolistico della storia, con uno spettacolo ben riuscito, che ha permesso ai cantanti di muoversi liberamente sul palco.

Le scene di Lorenzo Maria Mazzoletti ricreano una biblioteca con una serie di porte apribili e una lunga scalinata da dove entrano in scena i personaggi. Al centro un grande libro che viene aperto all'inizio e richiuso alla fine, un'altalena formata sulla O della scritta Magnifico in stile Broadway.

Belle e suggestive le luci di Silvia Vacca, i costumi di Viola Sartoretto brillano di fantasia tra rosa confetto, celeste elettrico, rosso fiammante, rimandi orientali, lamé, piume e il coro vestito come scolaretti che ricordavano Pinocchio nel paese dei balocchi.

Andrea Foti dirige con sicurezza la sempre splendida orchestra Rossini, che trova nella sezione fiati colori veramente belli. Tempi giusti, pregevoli dinamiche, controllo delle voci. Il Coro del Teatro della Fortuna, tutto al maschile e ben compatto, diretto dalla valida Mirca Rosciani, ha saputo sostenere egregiamente i vari interventi.

Chiara Tirotta nel ruolo della protagonista si conferma un'interprete ideale per timbro, fraseggio e tecnica solida. Brava anche a tratteggiare i vari momenti: malinconica e dolente nella cavatina "Una volta c'era un re”, squillante e sicura nel rondò finale “Nacqui all'affanno".

Pietro Adaini è un convincente Don Ramiro. Voce chiara, delicata. Bene il recitativo iniziale e il duetto con Angelina, qualche asperità si coglie nell’aria “Sì, ritrovarla io giuro" del secondo atto.

Matteo Mancini tratteggia un efficace Dandini. Voce sicura, brillante e una notevole presenza scenica. Ben risolta la cavatina "Come un'ape ne' giorni d'aprile", esilarante il duetto al secondo atto. Giuseppe Toia è uno splendido Don Magnifico. Timbro incisivo, voce piena, grande fluidità nelle agilità rossiniane, a cui si unisce una trascinante verve comica. Ottima sia la cavatina "Miei rampolli femminini “, che l’aria “Sia qualunque delle figlie”.

Anche Giacomo Nanni ci regala un Alidoro sempre corretto vocalmente e protagonista importante nell'opera. L'impegnativa aria "Là del ciel nell'arcano profondo" viene eseguita senza particolari problemi. Vocalmente corrette e bravissime scenicamente sono state Patricia Calvache (Clorinda) e Tamar Ugrekhelidze (Tisbe).

Teatro pieno che ha sfidato la finale sanremese e felice successo per tutto il cast, con particolari consensi per la Tirotta, Toia e Mancini.

Si chiude così una stagione alquanto fortunata, che proseguirà nel 2024/25 con “Rigoletto” e “Cavalleria rusticana”.

Marco Sonaglia

 

LA CENERENTOLA
Dramma giocoso in due atti, Musica di Gioachino Rossini, Libretto di Jacopo Ferretti
Edizione critica a cura di Alberto Zedda della Fondazione G. Rossini in collaborazione con Casa Ricordi

Direttore Andrea Foti
Regia Matteo Anselmi
Scene Lorenzo Maria Mazzoletti
Costumi Viola Sartoretto
Luci Silvia Vacca
Assistente alla regia e ai costumi Giulio Leone
Maestro al fortepiano Claudia Foresi

Don Ramiro Pietro Adaini
Dandini Matteo Mancini
Angelina Chiara Tirotta
Don Magnifico Giuseppe Toia
Clorinda Patricia Calvache
Tisbe Tamar Ugrekhelidze
Alidoro Giacomo Nanni

Mimi Maria Diletta Della Martira, Maria Novella Della Martira, Giampaolo Gobbi, Domenico Poziello

Orchestra Sinfonica G. Rossini
Coro del Teatro della Fortuna
Maestro del coro Mirca Rosciani
(Teatro dell'Aquila-Fermo 10 febbraio 2024)