Recensioni - Opera

Splendido “Lago” del Moscow Ballet La Classique al Vittoriale

Il Lago dei cigni fa parte della trilogia ciaikowskiana che comprende Lo Schiaccianoci e La Bella Addormentata.

Lago dei cigni – Vittoriale 3 agosto 2008

Basato su un un’idea originale dello stesso Ciajkowski, che aveva concepito la storia come un’azione danzata per divertire i suoi nipoti, questo balletto testimonia come fosse divenuto stretto il legame tra musica e  danza per il compositore, convinto che  la scuola russa di danza avesse ormai acquisito un notevole patrimonio tecnico, linguistico ed espressivo, al cui servizio bisognasse porre una musica ricca ed espressiva.
 

 

Il  Lago dei cigni  fa parte della trilogia ciaikowskiana  che comprende Lo Schiaccianoci e La Bella Addormentata. La sua prima rappresentazione, avvenuta nel 1877 al Bolshoi di Mosca, fu un fiasco perché la musica venne ritenuta troppo sinfonica, mentre oggi proprio per questo motivo e per la vena romantica è il balletto  maggiormente apprezzato.
Ciaikowski morì prima di veder riconosciuto il valore della sua partitura: il secondo atto andò in scena nel 1894 per commemorare la morte del compositore, ma bisognò attendere il 27 gennaio del 1895 perché fosse decretato finalmente il  suo trionfo.

 


La trama del Lago dei cigni è incentrata  sul topos romantico della creatura femminile ultraterrena inseguita da un uomo  perdutamente innamorato. Il principe Siegfrid, andando a caccia, incontra la bellissima Odette, una principessa trasformata in cigno  dal perfido   mago Rothbart. L’incantesimo potrà essere sciolto solo quando un uomo, che non ha mai  dichiarato ad altra donne la sua eterna fedeltà, giurerà  il suo amore ad Odette. Siegfried promette ad  Odette di salvarla.
L’indomani la madre di Siegfried dà una festa poiché il principe ha ormai l’età giusta per prendere moglie e alla festa si presenta Rothbart con la figlia Odile che, per un sortilegio, ha assunto le sembianze di Odette. Il principe cade nell’inganno e, credendola Odette, le giura fedeltà infilandole al  dito l’anello nuziale.
Rothbarth e la figlia si dileguano ridendo, mentre Odette, destinata ormai alla morte, scompare nel lago. Accortosi del tremendo errore Sigfried, disperato, segue Odette e il suo sacrificio rompe il maleficio di Rothbart. Finalmente i due giovani innamorati, riuniti, possono finalmente  vivere insieme.
La versione presentata dal Moscow Ballet La Classique ha mantenuto l’impianto sostanziale con i disegni coreografici di Ivanov praticamente negli atti bianchi, mentre il primo ed il terzo sono stati rivisti secondo le esigenze del corpo di ballo.
Gli interpreti, tutti piuttosto giovani, sono stati molto puliti: coreografie in alcuni punti semplici, ma assolutamente efficaci che hanno comunque messo in risalto l’assoluta tecnicità dei momenti d’insieme. Purtroppo, per qualche inspiegabile motivo, il boccascena è stato ristretto e soprattutto nel primo atto i ballerini non riuscivano a muoversi come avrebbero dovuto, dando un senso di sovraffollamento in scena.
Davvero brava Anastasia Chumakova nel duplice ruolo di Odette/Odile, anche se la caratterizzazione del cigno nero è stata forse poco accentuata: belle braccia, splendide gambe e un magnifico collo. Vladislav Ivanov, nel ruolo del principe Siegfried, è stato un partner perfetto, anche se la sua variazione ha lasciato un po’ perplessi per le discese poco accompagnate dai salti.
Decisamente senza alcuna sbavatura tecnica né di stile, le interpreti dei Quattro Cignetti: A. Kostina, A. Sverchkova, E. Shalayapina e J. Gusarova. Hanno danzato poco più di un minuto di musica, ma il loro sincronismo è stato talmente perfetto che anche lo spettatore più inesperto ha sicuramente colto la difficoltà di questo piccolo gioiello coreografico.
Ruslan Nurgaleev, nel ruolo del giullare, è stato sbalorditivo con la sua serie di tuor en l’air e pirouettes.

Sonia Baccinelli