Recensioni - Opera

Splendido Romeo e Giulietta con il Teatro dell’Elfo

L’estate teatrale veronese azzecca il terzo titolo della rassegna affidando Romeo e Giulietta alla regia di Ferdinando Bruni che insieme a tutti gli attori del Teatro dell’Elfo-Teatridithalia mette in scena una splendida versione con un gruppo di attori a

L’estate teatrale veronese azzecca il terzo titolo della rassegna affidando Romeo e Giulietta alla regia di Ferdinando Bruni che insieme a tutti gli attori del Teatro dell’Elfo-Teatridithalia mette in scena una splendida versione con un gruppo di attori affiatato e coeso. 

 

La scelta vincente è quella di mettere in scena uno spettacolo classico recitato in modo assai moderno e spigliato, quasi una versione popolare del dramma dove una certa aulicità del bardo di Stradford viene resa con sanguigna italianità strizzando quasi l’occhio alle sapide novelle del Bandello da cui Shakespeare trasse il suo lavoro. Le semplici scene di Andrea Taddei sono pratiche e funzionali, così come i costumi dello stesso Bruni, fanno rivivere una Verona bianca di marmi e cosparsa di paglia, una città in cui si percepisce un’arte e una cultura che non ha ancora emancipato i suoi abitanti da una bestialità mercantile e militare su cui poggia questa opulenza.

 

Bruni sceglie una versione con pochi tagli in cui si esalta il valore di ogni personaggio e di ogni interprete, ed ha ragione poiché dispone di un’ottima squadra di attori, un vero ensemble che recita con convinzione e unità stilistica lasciando il pubblico incollato alla sedia per più di tre ore. Il regista non cede mai alla tentazione dell’effetto fine a se stesso, resta fedele al testo e cerca di renderlo vero e vibrante con semplicità. La scena del balcone è fatta al balcone e si rivela in tutta la sua liricità commuovendo veramente, così come la morte di Mercuzio arriva in scena, in qualche modo inattesa, agghiacciando la platea; tutte soluzioni semplici è vero, ma che fanno irrompere la poesia del testo, fanno vivere il teatro per quello che è una fucina di emozioni sempre nuove e inattese.

Nicola Russo è un Romeo vivace e colloquiale, con una giusta dose di esuberanza giovanile; Federica Castellini in Giulietta è una rivelazione, spontanea nelle parti liriche, intensa in quelle tragiche, regge tutti i monologhi della parte con perizia tecnica e con partecipazione sentimentale strappando più volte applausi a scena aperta; Ida Marinelli disegna una balia popolana e divertente, esuberante e dolce con una consumata perizia d’attrice; convincente Luca Toracca nella parte di Frate Lorenzo recitata con partecipazione e verità e con quel tanto di bonarietà che finalmente da ad un personaggio ostico una patina di verità; Edoardo Ribatto crea un Mercuzio originalissimo, giovane e incosciente che riesce ad avvincere nel monologo della regina Mab e a non essere patetico nel momento della morte, anche qui una prova maiuscola. Ottimo anche il resto del cast:  Giancarlo Previati (Capuleti) intenso a rendere un padre interessato e cinico, Alessandra Antinori (Donna Capuleti) perfidamente algida e precisa,  Fabiano Fantini (Principe/Cugino/Speziale) che si segnala per una voce imponente, Alessandro Rugnone (Benvolio), Giovanni Andrea Fugaro (Tebaldo/Padre),  Nicola Stravalaci (Montecchi/Pietro), Silvio Laviano (Paride), Jacopo Fracasso (Baldassarre)


Nessun nome televisivo questa volta, nessuna velina, solo Shakespeare e un gruppo teatrale affiatato e ben diretto. Applausi calorosissimi nel finale per tutti gli interpreti.

A. Manuelli (23/07/08)