Recensioni - Opera

Spumeggiante e giovanile ventaglio

il capolavoro goldoniano nella vitale regia di Damiano Michieletto

Sul palco del Teatro Sociale di  Brescia è andata in scena, per la rassegna “Altri Percorsi”, una interessante rivisitazione  di un classico del repertorio goldoniano, Il Ventaglio.
All’allestimento, curato dallo Stabile del Veneto con la regia di Damiano Micheletto, giovane talento veneziano diplomato alla Paolo Grassi di Milano, a cui vanno senza dubbio riconosciute fantasia, inventiva e una forte carica innovativa, vengono tolti pizzi e costumi rococò tipici del teatro veneziano, mandando in scena attori giovanissimi in Jeans e t-shirt regalando alla commedia un’ambientazione contemporanea, trasferendo la vicenda ai giorni nostri in un quartiere milanese.

Una grande lavagna quadrettata in fondo al palcoscenico a far da scenografia dove gli attori scrivono e disegnano con pennarelli colorati.
Il Ventaglio, secondo Micheletto, diventa il simbolo dell’erotismo, come fosse una freccia scoccata dall’arco di un moderno Cherubino ed è il filo conduttore della commedia, simbolo dell’amore tra Evaristo e Candida, attorno al quale Goldoni intreccia altre vicende. La storia, in pillole, inizia con la rottura accidentale del ventaglio di Candida da parte di Evaristo, che per rimediare si affretta da Susanna per comprarne un altro, incaricando Giannina di portarlo a Candida da parte sua essendo di fretta.
Ma Candida, gelosissima, vede il suo amato parlare con Giannina e si rifiuta di ascoltarla. L’oggetto intraprende così un imprevedibile girotondo di passaggi di mano finché ritorna in quelle di Candida, che dopo aver chiarito i malintesi perdona Evaristo.
Ottima la prova degli attori divertenti e divertiti dalla rilettura di Damiano Micheletto a dimostrazione che, pur restando un caposaldo del teatro classico, Goldoni si deve e si può “svecchiare” ottenendo buoni risultati.
Lo spettacolo andato, in scena a Lumezzane l’anno scorso e a Brescia il 19 e 20 Febbraio 2013 merita di replicare ancora su tanti altri palcoscenici.

Francesca Carini 20 febbraio 2013