Il balletto Coppelia torna a Brescia
Torna al Teatro Grande, dopo 116 anni dalla prima assoluta a Brescia e per la chiusura della Stagione Lirica 2009-2010, il balletto in due atti e tre scene Coppelia: coreografia di Arthur Saint-Léon, musiche di Leo Delibes e libretto di Charles Nuitter e Arthur Saint-Léon, ispirato al racconto fantastico “L’uomo di sabbia” di E.T.A Hoffmann.
La prima assoluta del balletto Coppelia ou La fille aux Yeux d’email andò in scena a Parigi il 25 maggio 1870. Nei ruoli principali danzavano Giuseppina Bozzacchi (Swanilda), Eugénie Fiocre “en travesti” (Franz) e François Dauty (Coppélius).
Se Giselle rappresenta il dramma per antonomasia sulla scena del balletto, Coppelia ne è la più grande commedia romantica. Entrambe storie d’amore contrastate e della fantasia che mantengono intatta una verve di contemporaneità.
Coppelia è la bambola che inganna e fa innamorare di sé chiunque la guardi, ma è Swanilda il personaggio centrale della vicenda.
Ambientato in un’immaginaria regione della Galizia (suggerita dalla mazurka), la storia narra della gelosia di Swanilda (Nadejda Ivanova) per il fidanzato Franz (Dmitri Smmirov). Ella sospetta che Franz si sia innamorato di una misteriosa fanciulla, Coppelia che imperturbabile legge il suo libro alla finestra della bottega di Coppelius, magico e diabolico personaggio. Swanilda si accorge delle attenzioni rivolte dal fidanzato alla creatura ammaliatrice. In quel mentre sopraggiunge nel villaggio affollato (non troppo nella versione proposta dalla compagnia in scena a Brescia) il Duca, che vuole donare una campana nuova per la chiesa. L’avvenimento sarà celebrato il giorno seguente con una grande festa, durante la quale il Duca donerà alle nuove coppie di sposi un sacchetto di monete d’oro. Segue la Danza delle Spighe: Swanilda scuote la sua spiga, come da antica tradizione, ma non sentendo alcun rumore si convince ancor di più del disamoramento di Franz. Swanilda teme che Franz, invaghito della misteriosa fanciulla del balcone, non l’ami più.
Seguono una vivace e travolgente Mazurka ed un’elegante Czarda. Swanilda decide, allora di verificare di persona l’identità della rivale introducendosi nella bottega di Coppelius in compagnia delle amiche. Ovunque vi sono bambole ed automi (pochi in questo allestimento), e dietro ad un paravento è nascosta la misteriosa Coppelia. La bottega si anima e tra i movimenti a scatto degli oggetti fantastici e la grazia delle fanciulle si intreccia una spiritosa danza. Al sopraggiungere di Coppelius le ragazze si disperdono e Swanilda decide di prendersi gioco del vecchio mago sostituendosi a Coppelia. Arriva dunque Franz, attratto dall’ammaliante creatura, ma Coppelius con un filtro lo addormenta: Coppelius vuole rubargli l’anima per donarla alla sua creazione. Coppelia-Swanilda prende vita e balla in sequenza una danza spagnola ed una vivace danza scozzese. Coppelius si distrae e Swanilda riesce a risvegliare Franz, ed insieme, svelato l’inganno, scappano, lasciando il mago solo e sconsolato.
Il giorno seguente si svolge la festa per la consegna della nuova campana. Alcune coppie di giovani si sposano, tra loro anche Swanilda e Franz che ricevono in dono il sacchetto di monete. La vicenda si conclude con una serie di leggiadre danze (Danza delle Ore, Preghiera, Alba e Gavotta), che coinvolgono l’intero villaggio e culminano nel festoso Divertissement finale.
L’allestimento portato in scena dalla Compagnia La Classique di Mosca si è rivelato grazioso, ma fin troppo sobrio, lasciando trapelare un po’ di carenza di atmosfera. Sia i costumi che le scene erano piuttosto modesti, benché adatti alla semplicità della vicenda. L’ organico della Compagnia nel suo insieme, anche se ridotto (solo poco più di una ventina gli interpreti, pochi soprattutto per le scene d’insieme), è stato preciso ed elegante, avendo forse nella mancanza di espressività, l’unico reale punto dolente.
Da rilevare la leggiadria e la precisione della Mazurca, l’elegante Danza delle Ore, gli “a solo” delle prime ballerine e l’immancabile Pas de Deux, tipico dei balletti romantici, dove i protagonisti sfoggiano grande tecnica e padronanza dei movimenti, mancando purtroppo di espressività. Il numeroso pubblico, un po’ freddo all’inizio, ha apprezzato il crescendo di atmosfera ed ha riservato loro calorosi applausi nel finale. Da rimarcare la grande prestazione dell’ Orchestra Filarmonica Italiana diretta dal giovane ed energico Kostantin Khvatynets, che ha travolto il pubblico con la maestria di note possenti e trascinanti, che hanno dato alla serata un timbro cromatico di notevole pregio.
Valeria Castellari 23 gennaio 2010