Recensioni - Opera

Svetlana Zakharova al Regio di Parma

La stella più brillante del firmamento

Il secondo appuntamento di Parmadanza 2013 è stato il Gala con Svetlana Zakharova che ha danzato ben cinque brani senza risparmiarsi, come ormai solo i russi sanno fare. Il programma scelto è stato variato rispetto all’originale presentato nel programma di sala ed è stato un peccato perché avremmo preferito vedere più classico “puro”, anziché, come ormai spesso accade, un programma mixato con la danza contemporanea.

La Zakharova ha aperto la serata in coppia con Merkur’ev: su uno squarcio di cielo azzurrissimo, la silhouette in ombra dei ballerini ha disegnato il loro profilo come in uno spettacolo di ombre cinesi fatto però restando al di qua del telo separatore. I ballerini hanno danzato un bellissimo pas de deux dal Tristan con coreografia di Krzysztof Pastor rendendo così omaggio a Wagner nel bicentenario della nascita.
Poi è stata la volta di Le fiamme di Parigi, balletto del celebre maestro Vasilij Vajnonen perduto e rimontato nel 2008 da Aleksej Ratmànskij per il Teatro Bolshoj di Mosca; il passo a due è stato presentato in maniera ineccepibile da Anastasija Staškevič e Dmitrij Zagrebin che hanno eseguito ovviamente anche tutte le variazioni soliste con coda finale.
Nel terzo balletto la Zakharova ha danzato ancora in coppia, ma questa volta con Vladimir Varnava il quale ha eseguito anche la coreografia di Plus. Minus. Zero sulla difficilissima musica di Arvo Pärt. E se il developpes in ecartè della Zakharova ci ha lasciato senza fiato sin dal suo primo apparire sulla scena, c’è da dire che le figure di questi due artisti abbaglianti per tecnica e maturità artistica, sembrano fatte l’una per l’altra: entrambi belli come due divi cinematografici, hanno il carisma dei grandi dai quali non si riesce a distogliere lo sguardo.
Il ritorno al classico è avvenuto con il passo a due dal secondo atto di Giselle con la tradizionalissima coreografia firmata da Coralli, Perrot, Petipa. Anna Ol e Semën Veličko sono stati rispettivamente Giselle e Albrecht, innamorati l’uno dell’altro al di là della morte. La leggerezza di lei avvolta nel tutù di mussola bianca lungo fino alle caviglie e i grandi salti di lui sono stati davvero il cameo romantico della serata.
Applauditissimo, a ragione, Denis Undila che ha portato in scena la celebre coreografia di Ben Van Cauwenbergh Les Bourgeois: scanzonato e beffardo, senza mai essere eccessivo, Undila ha interpretato in maniera eccellente il suo ruolo a metà tra la piccola canaglia di strada e il dandy che ciondola senza meta per la città. Bello anche il suo a solo del secondo tempo, Feeling Good, dove la discesa dei suoi salti pareva felpata come quella dei gatti.
A chiudere il primo tempo non poteva mancare La morte del cigno di Fokine danzata da Svetlana Zakharova. Perfetta quando il cigno è in tensione con le braccia lunghissime e candide protese verso l’altro, forse, a confronto con la Lopatkina, che pure abbiamo visto a Parma qualche anno fa, nella la sua interpretazione manca il fremito nel battere di ali, quello che lascia pensare che forse il cigno questa volta non morirà. Peccato poi che non sia stato scelto di far cadere le piume dal tutù, togliendo così un po’ di quella magia legata a questo ruolo.
Nel secondo tempo, più breve del primo, ma certamente non meno bello, sono stati presentati più a soli: la Zakharova ha aperto nuovamente in coppia con Merkur’ev e chiuso come solista presentando rispettivamente Distant Cries e Revelation. Piacevoli perché quasi mai rappresentati, oltre che tecnicamente molto convincenti i passi a due danzati da Anna Ol’ e Semën Veličko (in Illusive Ball) e Anastasija Staškevič e Dmitrij Zagrebin (in Acque di Primavera). Entrambe le coppie hanno sfoderato lo smalto dimenticato del balletto sovietico con l’eleganza e il senso di abnegazione che hanno portato ai risultati che tutti oggi nel mondo conoscono e ancora invidiano. E, prima della chiusura, non potava mancare un tradizionalissimo Gopak nel quale Dmitrij Zagrebin si è scatenato sul ritmo incalzante di questa bellissima danza di carattere maschile lasciando il pubblico senza fiato coi suoi salti che sembrano talvolta vincere la forza di gravità.


Sonia Baccinelli 12 maggio 2013